L’uomo d’acciaio, recensione in anteprima

Il cinema attraversa una fase in cui i gran maestri degli ultimi anni si mettono a disposizione di alcuni franchise di ‘lusso’ per donare loro ossigeno, modernizzarli e offrirli ‘in sacrificio’ alle nuove generazioni. E’ successo a “Star Trek”, succederà a “Star Wars” (In entrambi i casi la ‘rianimazione’ è affidata a J.J. Abrams). E’ successo anche a “Superman”.

superman uomo d'acciaio

“L’uomo d’acciaio” è una sorta di ‘respirazione bocca a bocca” tra il supereroe con la tuta blu e Clark Kent. Il medico chiamato a resuscitare entrambi è Zack Snyder, coadiuvato da ‘un certo’ Christopher Nolan e dallo sceneggiatore David Goyer. In sala operatoria l’intervento è stato perfezionato con successo. Merito anche di ben 225 milioni di dollari di budget. Tanto costava questa vita eterna. Il regista di “300” ha rifatto il look a Superman. Lo ha reso più somigliante a Batman (qui si vede la mano di Nolan) tessendo una trama dark.

Dall’uomo-pipistrello all’uomo d’acciaio

Storie, personaggi e ambientazione rasentano l’inedito. Tutto sembra nuovo in “Man of Steel”. Una mossa magari azzardata, ma decisamente utile. Così, Superman rinasce grazie al blocco dei creatori del reboot di Batman. Un ottimo incrocio tra uomini coi superpoteri che fa bene al cinema e ai suoi gemellaggi. Snyder deve molto a Goyer e Nolan, ma i fan di “Man of Steel” dovranno molto a lui. La sua regia è lungimirante, azzeccata, originale.

Tutto ha inizio con una battaglia stellare che impegna Jor-El, nell’intento di difendere a spada tratta il destino di suo figlio appena nato Kal-El, il cui destino è quello di partire. Krypton, regno visionario e futuristico, sta per esplodere. A bloccare l’ormai imminente partenza del neonato ci pensa il Generale Zod, pronto a tutto pur di salvaguardare il futuro della propria razza, in odore di estinzione, al punto da pianificare un vero e proprio colpo di Stato. Per venti minuti buoni gli spettatori hanno l’occasione di conoscere nei particolari il pianeta e i suoi personaggi.  Poi, Kal-El cade sulla terra e diventa Clark Kent.

La maturazione di Superman

Clark ha i sensi super sviluppati. Ciò gli crea non poche difficoltà. Sente come se la testa stesse per scoppiare. Uscire dalle difficoltà, per lui, vuol dire entrare nella tuta blu con la ‘S’ sul petto. Vuol dire salvare vite umane. Lo spettatore ha memoria di tutto ciò, dell’infanzia di Clark e della sua maturazione in qualità di supereroe, grazie a continui salti temporali.

Ma ciò che impressiona è anche il cambiamento di Clark Kent. Meno timido, forgiato nel carattere, capace di ottime battute.

Il giudizio del CineManiaco

Combattimenti, esplosioni potentissime, confusione. Ironia e serietà. Scene perfeette. Incontri mozzafiato come quello tra Cavill e Crowe. “L’uomo d’acciaio” è un film riuscito, ben fatto. Non lascia mai a desiderare e non provoca cali di attenzione lungo l’arco della sua durata. Snyder ha messo dentro tutto il suo repertorio: flashback, salti nel tempo e battaglie apocalittiche simili a quelle di “300”.
Il tutto scorre per centoquaranta minuti. Il Superman di Snyder è un personaggio quasi nuovo, che tende all’inedito. Più introspettivo, forse. Più cupo ma anche più forte. La pellicola è ben curata, ha un fortissimo impatto visivo al punto che talvolta si perde il valore reale di alcuni personaggi. In sostanza, però, l’intervento di rianimazione è perfettamente riuscito: il paziente è ancora vivo. E vegeto.
Voto: 7

Scheda del film

GENERE: Azione, Fantascienza, Fantasy
REGIA: Zack Snyder
SCENEGGIATURA: David S. Goyer, Jonathan Nolan
ATTORI: Henry Cavill, Michael Shannon, Amy Adams, Kevin Costner, Diane Lane, Julia Ormond, Laurence Fishburne, Russell Crowe, Michael Kelly, Ayelet Zurer, Antje Traue, Jadin Gould, Tahmoh Penikett, David Paetkau, Richard Schiff, Christopher Meloni

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