Lebanon, un Leone d’oro contro la guerra

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Ieri come da copione il Leone d’oro della sessantaseiesima Mostra del Cinema di Venezia se lo sono giocato sul filo di lana l’austriaco Lourdes e l’israeliano Lebanon, con la vittoria di quest’ultimo e grande commozione per un atipico e intimista war-movie contro la guerra come principio assoluto.

Dedico questo premio alle migliaia di persone nel mondo che tornano dalla guerra come me sani e salvi. Si sposano, hanno figli ma dentro i ricordi rimangono stampati nel cuoreringrazio il cast e il produttore –ha aggiunto il regista– Questo magico feeling sullo schermo ha fatto del nostro film un film unico. Viva l’arte del cinema, viva la Biennale, viva Venezia!

Questo è lo spirito che ha animato il vincitore dell’ambito Leone d’oro Samuel Maoz, il regista visibilmente emozionato ha ringraziato la giuria e in particolare il suo presidente, il regista Ang Lee, che ha puntualizzato:

La decisione migliore possibile: eravamo tutti d’accordo, non c’è stata discussione.

NOTE BIOGRAFICHE

Samuel Maoz è un cineasta di Tel-Aviv classe 1962, è praticamente un esordiente, alle spalle Total eclipse documentario girato nel 2000, Maoz gira un film ambientato all’interno di un carrarmato durante la prima guerra del Libano, lui che è stato addestrato comea artigliere a vent’anni racconta l’orrore di una guerra non voluta e combattuta a forza.

Fare questo film è stata una necessità – racconta il regista – dovevo trovare il modo di scaricare una responsabilità. E per farlo non potevo realizzare un film politico, ma un’opera che avesse parlato allo stomaco e non alla testa della gente…Perché in guerra non c’è un buono o un cattivo: la guerra è il cattivo, e gli altri le vittime. E tra le vittime, di tanto in tanto, ci sono anche coloro i quali vengono forzati a prenderne parte: i soldati conoscono la differenza tra bene e male, ma la guerra riesce a trovare una formula atta a giustificare l’orrore, la morte.

LEBANON

Libano, giugno del 1982, quattro soldati, poco più che ragazzi, viaggiano all’interno di un carrarmato attarversando un villaggio appena bombardato dall’aviazione israeliana, Assi, Shmulik, Herztel e Yigal si trovano a fronteggiare una situazione più grande di loro, spaventati e inesperti affronteranno una giornata da incubo che sembra non prevedere alcuna via d’uscita.