La banda dei babbi natale, recensione

Milano, vigilia di Natale alcune auto della polizia sono intente a beccar sul fatto un terzetto di babbi natale decisamente malandrini, che approfittando delle festività si sono intrufolati nottetempo in un appartamento con l’intento almeno a prima vista di svaligiarlo.

Dopo l’arresto i tre vengono portati in commissariato dove ad attenderli c’è lo zelante poliziotto Benemerita (Giovanni Esposito) e il commissario Irene Bestetti (Angela finocchiaro) bloccata suo malgrado in ufficio per la vigilia di Natale da un collega datosi per l’ennesima volta malato.

Il commissario giustamente furioso per l’accaduto vorrebbe sfogarsi sul terzetto di malcapitati finiti in manette, ma i tre, lo scommettitore incallito Aldo, il veterinario bigamo Giovanni e il chirurgo vedovo Giacomo cominceranno a raccontare, ognuno dal suo punto di vista, che cosa è realmente accaduto quella notte e perchè il loro arresto sarebbe frutto di un grosso equivoco.

Quest’anno niente Pieraccioni, quindi l’antidoto alla doppia coppia da cinepanettone Boldi/Salvi e De Sica/Ghini resta il trio di comici Aldo, Giovanni e Giacomo reduci dal mediocre Il cosmo sul comò, pellicola che cercava con un ultimo disperato tentativo di riciclare su grande schermo il formato sketch che ha reso il terzetto di attori ai loro esordi un piccolo fenomeno televisivo.

Purtroppo di quel tentativo finito malamente ci rimane solo un memorabile pugno di minuti dell’episodio Temperatura basale che però da solo per quanto spassoso, non permetteva di salvare un’operazione tanto raffazzonata, quanto furba nel non percorrere altre strade puntando invece a far cassa con il minimo impegno creativo.

Stavolta pare invece che l’operazione cinepanetun sia riuscita, premettendo però senza mezzi termini che la vis comica dei primi lavori del trio, squisitamente surreale è ormai inesorabilmente esaurita e non crediamo ci sia alcuna possibilità di poterne recuperare alcunchè.

La banda dei babbi natale si affida al rodato meccanismo delle gag televisive, alla suggestiva ambientazione natalizia, a qualche citazione e parodie varie e all’alchimia fortunatamente intonsa del terzetto, che quando si lancia in spericolate gag al limite del clownesco, con qualche puntata sul politicamente scorretto funziona davvero alla grande.

La regia è afffidata a Paolo Genovese che si dimostra all’altezza anche senza particolari guizzi, il cast si prodiga affinchè le varie caratterizzazioni sopperiscano e facciano da collante ad un’esilissima trama di raccordo che per fortuna regge fino alla fine.

Oltre al trio spiccano senza dubbio le performance di Giovanni Esposito e della bravissima Angela Finocchiaro, la cui verve nella prima parte del film rischia addirittura di sovrastare i tre protagonisti che capita l’antifona finiscono per relegarla, da metà film in poi ad un ruolo sempre più marginale.

Certo tra le offerte natalizie da grande schermo il film di Aldo, Giovanni e Giacomo ci sembra una boccata d’aria fresca, specialmente se paragonato ai triti cinepanettoni d’ordinanza, aggiungiamoci poi repertorio volgarità ridotto al minimo sindacale, risate formato famiglia assicurate e una comicità che nel bene e nel male ha comunque il suo bell’appeal e La banda dei babbi natale si dimostra così un ottimo investimento per una fredda serata di dicembre da dedicare al grande schermo.