Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero, recensione

Edmund (Skandar Keynes) e Lucy (Georgie Henley) tornati da Narnia faticano non poco ad adattarsi ad un vita che li vede semplici adolescenti, il clangore delle armi e il trono sembrano davvero ricordi lontani e poi Edmund non riesce a dimenticare le battaglie e la gloria raccolti nel suo regno e vorrebbe,  nonostante l’età non glielo permetta arruolarsi nell’esercito come ha fatto il fratello Peter.

Lucy invece si confronta con il suo divenire donna, il suo senso di inadeguatezza e le prime cotte che la fanno desiderosa di assomigliare alla sorella maggiore Susan, portandola a sviluppare una strana commistione di invidia e venerazione.

In casa a crear scompiglio ci si mette anche l’antipatico e pedante cugino Eustace (Will Poulter), che con il suo inseparabile diario pieno di malignità non perde occasione di far sentire i due cugini ospiti indesiderati.

Anche il pavido Eustace però ben presto scoprirà la natura regale e il coraggio dei suoi due cugini, quando attraverso un dipinto che ritrae un veliero intento a solcare un mare oscuro, il terzetto si ritroverà per magia nel bel mezzo dell’oceano di Narnia, davanti al veliero del principe Caspian (Ben Barnes) insieme al quale i tre intraprenderanno un lungo viaggio alla ricerca di sette spade appartenenti ad altrettanti nobili, armi che rappresentano l’unica speranza di salvare il regno dal male incombente, che si manifesterà sotto forma di una malevola nebbia verde capace di generare incubi inenarrabili.

Dopo il passaggio di testimone dalla Disney alla 20th Century Fox ecco approdare nelle sale il terzo capitolo in 3D della saga fantasy Le cronache di Narnia creata dall’autore inglese C.S. Lewis e bisogna ammettere che se visivamente la pellicola diretta da Michael Apted mostri più di qualche guizzo, resta forte la sensazione per i non-lettori come noi che ci sia una semplificazione estrema della pagina scritta, tale da rendere alcuni elementi della narrazione dalle potenzialità contenutistiche immense troppo poveri di spessore, cosa che siamo certi non avviene nella controparte cartacea.

Si è parlato in questo nuovo capitolo di molta azione e questo è indubbiamente vero, a discapito di elementi narrativi e passaggi che nel libro venivano oltremodo sviluppati, prezzo che siamo consapevoli si debba pagare per una trasposizione, il problema è che regista e sceneggiatori sembra si stiano rivolgendo esclusivamente ad un pubblico di piccoli spettatori, trasformando il percorso dei quattro protagonisti in una repentina corsa verso un prevedibile epilogo, saltando a piè pari tappe fondamentali come il confronto-scontro tra i personaggi e la tentazione verso il lato oscuro che il gruppo incontrerà lungo la strada, tentazione che non si presenta affatto spaventosa ne tantomeno incombente.

Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero pur rispettando il livello tecnico delle due precedenti pellicole, si pone a livello di suggestioni prettamente fantasy e di contenuti a milioni di anni luce dal primo episodio, facendo guadagnare parecchi punti anche al secondo episodio della saga che già palesava evidenti segni di stanchezza.

Nessuno si aspettava l’epica di Un signore degli anelli, ma almeno un livello paragonabile ad alcuni notevoli episodi degli esordi della saga di Harry Potter e di certo, da spettatore maggiorenne da un pezzo, un approccio un tantinello più adulto.

Pur non conoscendo l’opera di Lewis, ma certamente lo spessore dell’autore, non possiamo credere che in una saga che miscela elementi e suggestioni di tale universalità tutto si riduca a quella che si rivela ad uno sguardo più attento una fiaba per bambini, tutto è troppo edulcorato, rapido e indolore per rappresentare una buona opera fantasy, senza dubbio un gradevole intrattenimento per famiglie e per i fan della saga, ma da un universo di raro spessore come quello fantasy e da un autore come Lewis ci si aspettava senza dubbio qualcosa di meno bambinesco e puntato ad una semplicistica rilettura di ben rodati elementi già visti in avventurosi blockbuster come I pirati dei Caraibi.