Recensione: Le Cronache di Narnia: Il Leone, la Strega e l’Armadio

Sono tempi di grosse saghe, divise in blocchi per eseigenze pratiche. L’importante è che i vari episodi non vengano girati a una distanza eccessiva l’uno dall’altro. Altrimenti rischiamo di trovarci davanti a dei vecchi bambini, questo non è mai bello, anzi, è antiestetico e anche un pò grottesco.

Tornando alle saghe, ci troviamo di fronte al passaggio verso un mondo incredibile: il mondo di Narnia. Ma non siamo noi a varcare la soglia di questo incredibile, fantastico mondo: noi siamo gli spettatori, e guardiamo i protagonisti della nostra vicenda, Peter (William Moseley), Susan (Anna Popplewell), Edmund (Skandar Keynes)e Lucy (Georgie Henley), che attraversano il passaggio e dal grigiore dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ci troviamo proiettati in un universo fantasy di tutto rispetto.

E’ Lucy la prima a fare il passo. E la sua giovanile ingenuità le permette di concepire, senza troppi problemi, l’amicizia con un fauno, il signor Tumnus (James McAvoy), che, come in un tutorial in carne ed ossa, svela alla piccola le regole che devono essere rispettate per vivere a Narnia. Tuttavia la piccola Lucy entra nel magico mondo in un momento un pò drammatico: il magico paese non possiede più il Natale, sottrattogli dalla perfida Jadis, la Strega Bianca (Tilda Swinton).


Costei è una vera e propria dittatrice, ed ha assunto il comando completo di Narnia, dopo aver sottratto il potere al leone Aslan. Ed ecco, in meno di quattro paragrafi, vi ho mostrato il Leone, la Strega e l’Armadio, esattamente nell’ordine inverso rispetto a quello in cui li ho citati. Il resto, come si dice, è trama.

Il film, come si intuisce, e come la maggior parte di voi già sa, è una grossa produzione statunitense del 2005, ed è diretto da Andrew Adamson, regista anche del secondo capitolo, in uscita in questi giorni. La storia è basata sul quasi omonimo romanzo Il Leone, la Strega e l’Armadio, uno dei libri che compongono il ciclo Le Cronache di Narnia di C. S. Lewis.

Come tipologia può essere accostato alla saga de Il Signore degli Anelli. La saga è “grossa”, spaziosa da un punto di vista geografico e con qualche sorpresa per quanto riguarda lo spazio tempo, cosa che emerge anche in Il Leone, la Strega e l’Armadio.

Questo ha consentito l’adozione di una strategia particolare da un punto di vista editoriale: nel 1950, Il Leone, La Strega e l’armadio fu il primo ad essere pubblicato; tuttavia, nel ciclo di pubblicazione del 1994 la Harper Collins seguì l’indicazione di Douglas Gresham, figlio adottivo di Lewis e coproduttore della pellicola, che indicava di pubblicare Il nipote del mago prima di Il leone, la strega e l’armadio .

Pensateci, la proprietà commutativa non vale proprio sempre, quando si tratta di serie di romanzi! Il budget del film si aggira attorno ai 180 milioni di dollari, e parte delle riprese sono state effettuate nella repubblica ceca.

Un filmone, a tratti epico, le cui ambientazioni ci fanno spaziare dentro la fantasia di Lewis, inun film che rende piuttosto bene il succo dei romanzi, nell’impossibilità di riprodurre le innumerevoli sfaccettature presenti sulla carta stampata.

Aslan è ua figura biblica, una divinità che muore e che poi risorge, un leone enorme che ci dà una gran sicurezza e un gran senso di protezione, e la sua figura colossale, accompagnata dal suo ruggito, è la vera voce narrante, è il simbolo del destino

Una pletora di creature a tratti grottesche, a tratti decisamente spaventose, ci accompagna nel nostro soggiorno a Narnia, un mondo di fantasia in cui esistono regole e criteri, e in cui bisogna lottare per sopravvivere.

Una curiosità: come vi siete già resi conto, Gresham è un personaggio intimamente legato al mondo di Narnia, dal fatto di essere il figlio di Lewis fino ad essere il coproduttore del film, nonchè voce radiofonica (nella versione originale, ovvio) in un notiziario all’inizio del film.

Pensate che sui due personaggi è stato scritto da William Nicholson il dramma teatrale Shadowlands, da cui poi è stato tratto un film, Viaggio in Inghilterra, diretto da sir Richard Attenborough, in cui Lewis è interpretato niente meno che da Anthony Hopkins, mentre Gresham stesso da Joseph Mazzello .