I bruttissimi, Il nome del mio assassino

Inauguriamo la rubrica de I bruttissimi 2011 con Il nome del mio assassino aka I know who killed me, un thriller di quelli difficili da dimenticare che inanella una serie di record negativi tanto impressionante quanto comprensibile visto l’incommensurabile pasticcio allestito su schermo.

Iniziamo con la trama che racconta di Aubrey (Lindsay Lohan) una giovane studentessa scrittrice in erba che finisce preda di un maniaco con l’hobby dell’amputazione, verrà ritrovata qualche tempo dopo il suo rapimento lungo il ciglio di una strada priva di una mano e con un gamba in cancrena, al suo risveglio racconterà ai suoi genitori di non essere la figlia Aubrey bensì Dakota Moss una spogliarellista…

Naturalmente evitiamo di raccontarvi altro visto che si tratta comunque di un thriller che prova, nonostante le troppe ingenuità, ad imbastire una serie di colpi di scena da copione e una tensione che purtroppo sembra essere in andata vacanza alle Maldive.

Ed ora occupiamoci dell’accoglienza del film da parte della critica statunitense che dopo aver acclamato il regista Chris Stevenson per il suo debutto con il crime The Lost, proprio non gli perdona l’aver sfornato questo scialbo thriller e gli regala ben 8 Razzie award, numero che pone la pellicola tra i peggiori film di sempre insieme al polpettone made in Scientology Battaglia per la terra e gli permette di veder coniata in suo onore una categoria Razzie tutta nuova, Peggior pretesto per un film horror.

Il film floppa pesantemente anche ai botteghini non riuscendo a coprire il budget investito e di conseguenza da noi si guadagna una distribuzione direct-to-video.

Sembra comunque che ci sia un coraggioso critico americano ed un manipolo di estimatori che hanno trasformato il film  in un piccolo fenomeno, forse gli stessi che ogni anno fanno la fila per godersi il Troll 2 del nostro Fragasso.