Commando, recensione

Il colonnello John Matrix (Arnold Schwarzenegger) soldato delle Forze speciali in ritiro viene raggiunto nella sua residenza montana dove vive con la figlioletta Jenny ( Alyssa Milano) dal suo ex-superiore il generale Franklin Kirby (James Olson), che lo avverte che qualcuno ha ucciso uno dopo l’altro i membri della sua ex-squadra e che lui è l’unico ancora rimasto in vita e probabile prossimo bersaglio.

Kirby lascia alcuni soldati a protezione della zona dopo che Matrix ha rifiutato di lasciarla, ma la protezione servirà a ben poco quando un manipolo di professionisti assalterà la residenza rapendo Jenny e costringendo Matrix sotto ricatto ad intraprendere una missione che ha lo scopo di riportare al governo Arius (Dan Hedaya) uno spietato dittatore in esilio.

Matrix in seguito scoprirà che con i mercenari di Arius si è alleato anche Bennett (Vernon Wells), uno psicopatico borderline allontanato a suo tempo dalla squadra e creduto anch’egli vittima dei recenti attentati.

Una volta riuscito a liberarsi della sorveglianza, Matrix rapirà una giovane hostess e con il suo aiuto raggiungerà la residenza di Arius dove è tenuta prigioniera sua figlia e in un esplosivo e devastante finale in puro stile caterpillar, mostrerà all’ex-commilitone Bennett e al dittatore Arius che hanno commesso un grosso errore a rapire la figlia di un membro delle Forze speciali.

Il regista di Fenomeni paranormali incontrollabili e Classe 1999 Marl L. Lester si cimenta nel 1985 con un action a tutto tondo reclutando la star del momento, quell’Arnold Schwarzenegger lanciatissimo dopo l’epico Conan il barbaro e il fantascientifico Terminator pronto a vestire i panni di un super-soldato che ammicca al Rambo di Stallone, ma che possiede una sua intrigante ed originale fisicità che trasforma Commando in una delle migliori prove dei suoi esordi e in un piccolo cult del cinema di genere.

Una regia muscolare per un altrettanto muscolare protagonista, questo film iperviolento e dalla esilissima trama dimostra il carisma innegabile posseduto dall’ex-cimmero austriaco che esula dalla recitazione in senso stretto e che ha permesso ad attori come Stallone di scalare le vette hollywoodiane e ad altri come ad esempio Dolph Lundgren e Carl Weathers di restare a guardare.

Commando scorre via senza intoppi grazie ad un regista che conosce il mestiere e soprattutto ritmi e bisogni degli spettatori, dialoghi ridotti all’osso, violenza a go go, cattivi da fumetto, un pò d’ironia a sfumare il tutto e naturalmente altissima fruibilità ed intrattenimento puro a farla da padroni.

Note di produzione: nel cast compare una giovanissima Alyssa Milano che in seguito diventerà una star del piccolo schermo grazie al serial Streghe, Schwarzenegger quello stesso anno girerà anche lo spin-off  Yado, flop ai botteghini che vedeva Brigitte Nielsen al suo debutto cinematografico. Commando costato 10 milioni di dollari ne incasserà worldwide 57.