I bruttissimi, Highlander 2-Il ritorno

Oggi per I bruttissimi torniamo al 1991 per un sequel davvero poco memorabile e che spreca un’idea intrigante, due carismatici attori e un film che è diventato un cult grazie ad immersive atmosfere fantasy, duelli a fil di spada e una colonna sonora epocale firmata dai Queen.

Avrete intuito che stiamo parlando di Highlander 2-Il ritorno, confuso e pretenzioso sequel di Russell Mulcahy che oltre a modificare radicalmente la mitologia dell’originale si lancia in tortuose digressioni eco-fantascientiche, e la cosa che sorprende è che ritroviamo cast, Lambert e Connery e il regista dell’originale e quindi un potenziale creativo davvero impressionante che incredibilmente non riesce ne a rispettare l’originale ormai un cult riconosciuto, ne a dare alla serie una direzione alternativa credibile.

La storia è ambientata alle soglie del duemila lo strato di ozono è ormai compromesso e le radiazioni solari hanno causato milioni di vittime. Connor McLeod che ha conquistato la ricompensa destinata all’ultimo immortale, una vita mortale, supervisiona il lavoro di un team di scienziati che si sta prodigando per salvare la Terra dal disastro ecologico che ne sta decimando la popolazione, scopriremo così le origini degli immortali, non creature sovrannaturali ne tantomeno Dei, ma alieni esiliati sulla Terra,

Questo sequel avrà un duplice effetto, quello di far terminare definitivamente il franchise cinematografico che traslocherà sul piccolo schermo in una serie tv e in un paio di lungometraggi direct-to-video e quello di segnare la carriera del talentuoso Mulcahy, che dopo questo film finirà per sfornare una serie di ben poco memorabili pellicole direct- to-video tra cui spiccano il thriller Resurrection sfacciata scopiazzatura del cult Seven di David Fincher e Talos-L’ombra del faraone soporifero horror che anticipa di un anno la resurrezione del classico di Karl Freund operata da Stephen Sommers con l’avventuroso La Mummia.