Honey, recensione

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Honey Daniels (Jessica Alba)  è una bella ragazza, molto dolce e con un innato istinto per la danza hip-hop, questo sua passione la porta a cimentarsi nel ruolo di coreografa e la sua avvenenza fa il resto. Così durante un sua  performance sulla pista da ballo di un locale dove la ragazza lavora, la talentuosa ragazza viene notata da un famoso regista di videoclip musicali, è la grande occasione che Honey aspettava e che decide di cogliere.

Questo suo nuovo impegno le ruberà del tempo prezioso, come quello dedicato ad un doposcuola in cui insegna hip-hop a dei ragazzini con l’intento di tenerli lontani dalle tentazioni della strada, e minerà inevitabilmente anche la sua vita sentimentale.

Come se non bastasse una volta in corsa Honey proverà sulla sua pelle il duro mondo dell’hip-hop visto dal di dentro, con le sue gelosie, i dissidi, l’ambizione sfrenata e i tanti, forse troppi, compromessi.

Honey è poco più che una versione videoclip di classici come Flashdance, ma se all’epoca il look patinato del film di Adrian Lyne e una colonna sonora memorabile facevano la differenza e coprivano i parecchi limiti della sceneggiatura, qui non basta l’avvenenza e il talento della bella e brava Jessica Alba per rendere l’operazione altrettanto meemorabile.

Sarà un certo surplus di pellicole a base di danza, dal romance Step up, sino alle recenti comedy Ti va di Ballare? o Shall we dance, insomma per spiccare ci vorrebbe davvero qualcosa di veramente originale, in questo caso il film diverte e intrattiene, ma la storia langue su personaggi poco approfonditi e si poggia tolatalmente sulla verve della bella protagonista che non può certo far miracoli con il materiale a disposizione.

Honey rimane un gradevole passatempo, con un’intrignate colonna sonora, qualche bella coreografia e un’efficace protagonista, ma da qui a diventare qualcosa di più ce ne vuole, quindi il film si assesta sulla media di prodotti analoghi, risultando una discreta pellicola di genere.