Festival di Torino 2012 giorno 6: in concorso Present Tense, evento speciale The Sessions

Sesta giornata al Festival di Torino 2012 e consueta scorsa quotidiana alle proiezioni in programma quest’oggi. Per i film del Concorso internazionale oggi vi segnaliamo Present Tense della regista turca Belmin Söylemez, mentre tra i titoli italiani oggi in cartellone Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo.

Tra gli eventi speciali per Festa Mobile proiezione per l’acclamato The Sessions di Ben Lewin con protagonisti John Hawkes ed Helen Hunt, nella sezione Rapporto confidenziale è il turno della comedy fantascientifica Robot & Frank di Jake Schreier con protagonisti Frank Langella, James Mardsen e Liv Tyler e infine per la sezione Onde proiezione per Tabu del regista portoghese Miguel Gomes.

PRESENT TENSE

Mina vive a Istanbul. Alla ricerca disperata di un lavoro, viene assunta come indovina in un locale in cui si predice il futuro leggendo i fondi di caffè. La sua vita privata è a dir poco disastrosa: reduce da un divorzio, ha perso ogni contatto con i suoi familiari, oltre a essere prossima allo sfratto. Nella lotta quotidiana per sfuggire ai mille problemi che la attanagliano, problemi che scopre di condividere con i clienti che si rivolgono a lei in cerca di risposte, si fa strada l’idea di scappare lontano. Destinazione: l’America, dove lasciarsi alle spalle il presente e iniziare un nuovo futuro. Come fare, però, con i soldi, i documenti e il permesso di soggiorno?

«La lettura dei fondi di caffè è un’antichissima tradizione in Turchia, le cui origini risalgono alla cultura degli sciamani. Oggi le donne la usano come uno strumento sociale, come se fosse una forma di gossip. I locali in cui si pratica sono visti come rifugi dalle incertezze, dall’ansia, dall’atmosfera precaria che oggi caratterizza le nostre vite».

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NOI NON SIAMO COME JAMES BOND

Mario e Guido, un’amicizia che dura ormai da decenni e che ha fatto superare a entrambi il tumore che li aveva colpiti. Arrivati a cinquant’anni, per i due bislacchi, litigiosi e inseparabili amici è giunto il momento di fare un consuntivo, visitando quei luoghi che, quand’erano due ventenni girovaghi, hanno cementato il loro rapporto: la spiaggia di Sabaudia, Perugia, il bosco degli Spiriti introspettivi di Borgotaro. E James Bond in tutto ciò come si colloca? Be’, Sean Connery, con lo smoking perfetto e il Vodka Martini incollato alla mano, è stato da sempre il modello con cui confrontarsi, il mito inarrivabile: che sia giunto il momento di scambiarci quattro chiacchiere dopo tutti questi anni?

«Muoversi è un po’ come fare documentari: sai da dove parti, ma va’ a capire dove approderai… Così, la domanda che avevo pensato all’inizio, “Ma noi perché ci siamo ammalati?”, mi è sembrata sempre più inadeguata. Si è tradotta e sublimata nel racconto di un’amicizia. E il cancro, lo scenario più autentico in cui ambientarla».

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THE SESSIONS

Il poeta e giornalista Mark O’Brien, colpito da poliomielite all’età di quattro anni e da allora costretto a passare la maggior parte del tempo collegato a un polmone d’acciaio, decide di perdere la verginità all’improbabile età di trentotto anni. Per farlo, si affida a una professionista del settore, Cheryl, che nelle poche ore quotidiane in cui l’uomo può staccarsi dal macchinario lo introduce al mondo della sessualità.

«L’articolo di Mark O’Brien dal titolo On Seeing a Sex Surrogate è a tutti gli effetti la bozza della sceneggiatura del film, tuttavia la storia risente in modo importante anche della mia interpretazione del soggetto e dei personaggi. Infatti, l’incontro con Susan Fernbach, amante, compagna e collaboratrice letteraria di O’Brien nei suoi ultimi anni di vita, ha reso possibile la costruzione di un personaggio ben più complesso di quello che sarei riuscito a concepire senza la sua consulenza, così come aver conosciuto Cheryl Cohen-Greene mi ha aiutato a tramutare la biografia di Mark in un film sentimentale che ho scritto con più piacere e disinvoltura».

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ROBOT & FRANK

In un futuro prossimo, Frank, ladro in pensione un tempo specializzato in gioiellerie ha superato i settant’anni. I suoi due figli, preoccupati dal fatto che sta perdendo la memoria e l’autosufficienza, decidono di affidarlo alle cure di un robot programmato per migliorare le sue condizioni fisiche e mentali. Dopo un inizio di «convivenza» piuttosto difficile, tra i due nasce un rapporto particolare e proficuo, che vede Frank migliorare notevolmente: l’uomo riguadagna il gusto per le passioni che ha coltivato per tutta la vita. Come quella per il furto.

«Abbiamo avuto la fortuna di mostrare il film a un sacco di persone legate alla robotica. […] Abbiamo anche partecipato al Robot Film Festival di New York, un’esperienza molto interessante. Molte persone che ho incontrato lì lavorano per l’industria dei robot. In generale, tutti sono sembrati molto soddisfatti di avere a che fare con un film in cui gli automi non stiano cercando di uccidere tutti».

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TABU

Lisbona. Pilar, donna di mezza età dal cuore d’oro, è preoccupata per l’anziana vicina di casa, che vive in solitudine, assistita dalla badante capoverdiana. Elegante e testarda, Aurora da un po’ di tempo si comporta in modo strano: oltre a sospettare la domestica di stregoneria, sembra aver abbandonato ogni desiderio di vivere, fatta eccezione per la passione per il gioco d’azzardo, con cui dà fondo ai suoi pochi risparmi. Quando viene ricoverata, Aurora si rivolge a Pilar, fornendole il nome e l’indirizzo di un uomo. Costui, che giunge però troppo tardi al suo capezzale, si rivela essere un antico amore della donna, quando entrambi vivevano nell’Africa coloniale. Un amore appassionato seppellito dal tempo, in grado di rivivere attraverso i ricordi dell’uomo.

«Mi ritengo un collezionista […]. Alcune cose sono dentro di me: storie che qualcuno mi ha raccontato, canzoni o persone che conosco e che vorrei filmare… Ma io all’inizio raccolgo tutti questi elementi senza sapere che, tutti insieme, diventeranno un film».

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