Festival di Roma 2012 giorno 3: in concorso 1942, evento speciale Populaire

Terza giornata per il Festival di Roma 2012 e consueto sguardo al programma odierno. Oggi in concorso 1942 dramma bellico del regista cinese Xiaogang Feng (Aftershock) con protagonista l’attore premio Oscar Adrien Brody e il film russo Spose celesti dei mari della pianura di Alexey Fedorchenko (Silent Souls).

Per la sezione Prospettive Italia vi segnaliamo in concorso L’isola dell’angelo caduto, opera prima dello scrittore Carlo Lucarelli e in serata evento speciale fuori concorso per la commedia francese Populaire di Regis Roinsard.

Altro evento speciale della giornata la proiezione, in occasione del venticinquesimo anniversario, della copia restaurata di Full Metal Jacket, capolavoro di Stanley Kubrick. Il film sarà accompagnato dal video Full Metal Joker, documentario che Emiliano Montanari ha dedicato al marine “Joker” interpretato nel film dall’attore Matthew Modine.

1942 (Back to 1942)

Nel 1942 la Cina assiste alla più tragica carestia della sua storia moderna, che provoca la morte di almeno tre milioni di persone nella provincia di Henan. La guerra tra le truppe giapponesi e i reparti dell’esercito nazionalista dell’Henan del nord è sul punto di scoppiare, e le intere forniture di grano della provincia vengono deviate verso le truppe cinesi, togliendole alla popolazione. Il proprietario terriero Fan (Zhang Guoli), assieme alla figlia sedicenne Xing Xing (Fiona Wang), al fedele servitore Shuang Zhu (Zhang Mo) e alla sua fittavola Hua Zhi (Xu Fan), si deve unire ai milioni di rifugiati che si stanno dirigendo a piedi verso la provincia dello Shaanxi. Durante il viaggio, Fan incontra tre uomini: l’appassionato giornalista americano Theodore White (Adrian Brody), lo chef diventato giudice Old Ma (Fan Wei), e Padre Simeone (Zhang Hanyu), che sta perdendo la sua fede in Dio e che si rivolge al prete italiano Thomas Megan (Tim Robbins). Un film epico, un kolossal alla “Via col vento” sul più grande esodo di popolazione dell’ultimo secolo. Tra banditi, battaglie e continui colpi di scena…

SPOSE CELESTI NEI MARI DELLA PIANURA

Una raccolta di ritratti, un film alfabeto dall’andamento fiabesco: 23 brevi racconti sulle donne del popolo Mari, una sorta di Decameron sospeso tra magia e realismo in cui la loro terra (la regione autonoma del Marij El) fa da sfondo alla storia corale di un popolo dalle tradizioni antiche. Un viaggio in un pezzo di mondo sconosciuto e misterioso.

La Russia è una nazione complessa, considerato che il suo territorio è popolato non da una sola popolazione, come in Lettonia o in Polonia, ma da ben 180 etnie. Le popolazioni di origine ugro-finnica sono originarie della Russia centrale, dove ora ci sono perlopiù chiese e monasteri. I Mari delle Pianure sono una delle più grandi comunità ugro-finniche, gli unici ad avere conservato la tradizione della preghiera collettiva nei boschi, un semplice rito in onore dei karti, i sacerdoti locali. La loro montagna sacra è stata fatta esplodere, i boschi sono stati abbattuti, ma le autorità hanno capito presto di aver messo a repentaglio la vita della comunità. Le spose e le mogli celesti dei Mari delle Pianure sono indistinguibili dalle donne terrene. [Alexey Fedorchenko]

L’ISOLA DELL’ANGELO CADUTO

Gennaio 1925. La chiamano l’isola dell’angelo Caduto perché si dice che Lucifero dopo la ribellione a Dio sia precipitato su quel piccolo scoglio sperduto, adesso colonia penale del nascente regime fascista. Un giorno il commissario dell’isola si trova ad indagare su una serie di strani delitti. Contro di lui le autorità locali, soprattutto il feroce e violento Mazzarino. Appare chiaro che se il commissario accetterà la comoda versione ufficiale sarà richiamato in continente, mentre se continuerà a indagare resterà confinato su quell’isola, dove sua moglie Hana, che non riesce più a sopportare quel luogo surreale e inquietante, sta impazzendo.

Quando ho scritto L’isola dell’angelo caduto, romanzo di genere giallo – cioè due cose ben precise con regole, canoni e grammatiche proprie, e propri modelli e maestri – mi sono lasciato così prendere dalla narrazione che ho rubato tutto quello che mi serviva da altri generi, altri modelli e altre grammatiche, mescolando tutto insieme con l’unico criterio di mantenere una certa diabolica magia. Nello scrivere e realizzare il film ho fatto lo stesso. Ci sono maestri, esempi e modelli grandissimi del cinema ai quali ho rubato quello che potevo – nel senso delle mie limitate possibilità – ma soprattutto ho rubato anche ad altre grammatiche e ad altri generi, ad altri strumenti, come per esempio il fumetto o la musica. Non mi permetto neppure di paragonarmi ai maestri del cinema italiano o a quelli del cinema di genere. Mi basterebbe solo essere riuscito a raccontare la mia storia con una certa diabolica magia. [Carlo Lucarelli]

POPULAIRE

1958. Rose Pamphyle vive con il padre vedovo, titolare dell’emporio del villaggio. Fidanzata con il figlio del meccanico, sembra destinata a una tranquilla vita da casalinga. Ma questa non è la vita che Rose desidera. Quando va a Lisieux, in Normandia, dove Louis Echard, il direttore di un’agenzia di assicurazioni sta cercando una segretaria, il colloquio si rivela un disastro. Ma Rose mostra un particolare talento: è capace di scrivere a macchina con straordinaria velocità. L’uomo la trasformerà nella ragazza più veloce del paese, anzi del mondo! Ma lo sport non sempre si mescola bene con l’amore…

Ho sempre avuto interesse per la storia della scrittura e in particolare della macchina da scrivere, un’invenzione-simbolo, creata per scrivere velocemente. Ed è questo concetto dell’andare sempre “più veloce” che mi affascina. Ad attrarmi è il percorso della macchina da scrivere non in quanto oggetto alla moda, ma piuttosto come oggetto consacrato alle segretarie e ai campionati di dattilografia. Ho cercato di capire perché, giunta una certa epoca, la dattilografia è stata sul punto di diventare uno sport. Cercavo da tempo di scrivere una storia incentrata sullo sport, perché è un modo appassionante per raccontare il mondo, e ho preferito scegliere questo sport inusuale invece che un gioco universale. Ho filmato le gare di dattilografia con l’intento di far percepire allo spettatore la concentrazione, il movimento e la tensione; tutte cose che al giorno d’oggi si sono perse con l’abitudine a seguire gli eventi sportivi ripresi con camere multiple. [Regis Roinsard]