Festival di Cannes: 10 cult da Palma d’oro

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Post dedicato alle classifiche particoleri e visto che ieri è stata inaugurata la sessantatreesima edizione del Festival di Cannes con tanto di anteprima made in Hollywood, il Robin Hood di Ridley Scott, sontuoso red carpet e una giuria internazionale di grandi nomi che vede come presidente il regista Tim Burton, noi vi proponiamo un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire dieci pellicole cult che hanno visitato e vinto la prestigiosa rassegna francese.

Per dovere di completezza vi segnaliamo che per stilare la nostra classifica abbiamo preso in considerazione i film premiati che vanno dal 1975 sino alla scorsa edizione e naturalmente solo ed esclusivamente quelle pellicole che si sono aggiudicate l’ambita Palma d’oro.

Dopo il salto la nostra personale top 10, naturalmente ogni commento e segnalazione come sempre sono molto graditi.

TOP IO PALMA D’ORO:

1-KAGEMUSHA-L’OMBRA DEL GUERRIERO di Akira Kurosawa (Giappone, 1980) ex aequo con All That Jazz-Lo spettacolo continua di Bob Fosse (USA)

Il suggestivo Giappone feudale fedelmente ricostruito, un maestro indiscusso, due nomination agli Oscar (miglior film straniero, miglior regia) e per l’edizione europea due executive d’eccezione, Francis Ford Coppola e George Lucas.

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2-APOCALYPSE NOW di Francis Ford Coppola (USA, 1979) ex aequo con Il tamburo di latta di Volker Schlondorff (Germania)

War-movie e cult per eccellenza, ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, 2 premi Oscar su 8 nomination (miglior fotografia,  miglior sonoro).

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3-TAXI DRIVER di Martin Scorsese (USA, 1976)

Quattro nomination agli Oscar (miglior film, miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior colonna sonora. Nel cast oltre ad un memorabile De Niro, una giovanissima Jodie Foster che all’epoca vinse un BAFTA come miglior attrice non protagonista, e lo stesso Scorsese che appare in due sequenze.

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4-PULP FICTION di Quentin Tarantino (USA, 1994)

Cult indiscusso, ma anche controverso, la sua vittoria a Cannes fece storcere il naso a pià di qualche cinefilo snob, dopo questo film Tarantino, nonostante grandi film non toccò più livelli simili. Naturalmente pioggia di riconoscimenti tra cui un Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

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5-LEZIONI DI PIANO di Jane Campion (Nuova Zelanda, 1993) ex aequo con Addio mia Concubina di Kaige Chen (Cina)

Nel cast una giovanissima Anna Paquin futura star del piccolo schermo nel vampiresco True Blood che per la sua interpretazione si guadagna uno dei tre Oscar assegnati al film (miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior sceneggiatura originale).

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6-IL PIANISTA di Roman Polanski (Francia/Polonia, 2002)

Polanski esplora il dramma dell’Olocausto attaverso gli occhi di un musicista ebreo (Adrien Brody), per la pellicola tre premi Oscar (Miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura).

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7-MISSION di Roland Joffè (Gran bretagna, 1986)

Suggestiva ricostruzione storica con due grandi protagonisti (De Niro/Irons) e una delle più belle colonne sonore di sempre composta da Ennio Morricone, solo un Oscar per la miglior fotografia su sette nomination.

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8.UNDERGROUND di Emir Kusturica (Bosnia-Erzegovina)

Suggestivo e spietato viaggio nella Jugoslavia della seconda guerra mondiale, una controversa, almeno in patria, Black-comedy per uno dei registi più originali e sottovalutati di sempre.

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9-SESSO, BUGIE E VIDEOTAPE di Steven Soderbergh (USA, 1989)

Debutto indipendente per Soderbergh, che con il suo primo lungometraggio si guadagna oltre alla Palma d’oro e 4 Spirit awards anche una nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura.

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10-LA STANZA DEL FIGLIO di Nanni Moretti (Italia, 2001)

Moretti interpreta e dirige il suo nono film abbandonando la tematica politica, per affrontare un’intenso melò familiare e la difficile tematica dell’elaborazione del lutto, per lui anche tre David di Donatello (miglior film, miglior attrice protagonista, miglior musicista) su dodici nomination e un Nastro d’argento (miglior regista) su otto nomination.

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