Cherì, recensione

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il giovane e viziato Fred Peloux/Cherì (Rupert Friend) viiene spedito dalla madre Charlotte (Kathy Bates), che lo vede sempre più perduto tra ozio e vizi, dalla sua amica e rivale di vecchia data Madame Lea de Lonval (Michelle Pfeiffer).

Lea è una splendida cortigiana che grazie alla su avvenenza e all’applicazione furba ed oculata dell’antica arte della seduzione si è costruita negli anni un patrimonio ed una sicurezza cher gli consentiranno un futuro tranquillo, toccherà a lei indirizzare il giovane allievo verso uno stile di vita meno eccessivo e domarne gli eccessi della gioventù.

La convivenza galeotta e la passione faranno il resto, lei esperta e sensuale donna matura, lui giovane virgulto sprezzante e fascinoso che trova la sottile seduzione della contessa un elisir d’amore da cui non vi è scampo, entrambi saranno travolti dalla passione, nonostante la notevole differenza di età, si ameranno per sei lunghi anni vissuti in modo altalenante, con la sensazione di un amore a termine e di una relazione sempre in bilico.

E il momento della verità arriva inesorabile, entrambi innamorati  dovranno rinunciare alla loro storia, perchè Madame Peloux ha piani ben diversi per il figlio, in questi anni ha cercato una degna e danarosa consorte per Cherì, e cosi è tempo di un fruttuoso matrimonio combinato con una ricchissima e giovane ragazza dell’alta società in età da matrimonio.

Il regista Stephen Frears, a più vent’anni da Le relazioni pericolose e dopo averci regalato intriganti ritratti al femminile, basti ricordare la sorprendente Mary Reilly di Julia Roberts o la più recente Helen Mirren di The Queen, affronta stavolta un romanzo della scrittrice francese Colette con un tema ancor oggi alquanto insidioso, una storia d’amore tra una matura cortigiana e uno scapestrato diciannovenne.

Frears sceglie ancora una volta la meravigliosa Michelle Pfeiffer che affronta con un gran piglio d’attrice un ruolo intenso e non semplice per una donna, ruolo che sonda l’età che avanza nonostante la bellezza sia ancora radiosa e la sensualità vigorosa e il tempo che inesorabilmente sovrasta passioni e desideri.

Il film risulta così un solido ed elegante melò sentimentale in costume, con due splendide protagoniste, la Bates è luciferina quanto intrigante, la Pefiffer, perfetta e leziosa al punto giusto, incanta per classe e intensità. Il resto è una messinscena rigorosa, tanto formale quanto il regista inglese ci ha abituati in questi anni, tutto è funzionale alla storia e all’ambientazione, quindi se amate le storie d’amour fou e i film in costume, Cherì è decisamente il film che fa per voi.