Sharon McKendrick e Susan Evers (Hayley Mills) sono due gemelle adolescenti che sono stata separate alla nascita e cresciute senza che nessuna sapesse nulla dell’altra. Questa scelta nasce dalla volontà dei genitori delle ragazzine, Mitch e Maggie (Brian Keith e Maureen O’Hara) che dopo la loro separazione hanno preso una figlia a testa e le hanno portate a vivere con loro. Così Sharon è finita a Boston con la madre e Susan invece in California con il padre. Il destino però deciderà altrimenti e in un campeggio estivo le due ragazzine si incontreranno per caso e nonostante qualche dissidio iniziale, una volta notato che oltre ad una straordinaria somiglianza le due condividono anche la data di nascita, non ci vorrà molto a dedurre che non sono due semplici sosia, bensì due sorelle gemelle.
Film Cult
Io speriamo che me la cavo, recensione
Il maestro Marco Tullio Sperelli (Paolo Villaggio) in attesa di un trasferimento richiesto da tempo in una scuola elementare ligure, si ritrova per un errore telematico dei terminali del Ministero della Pubblica Istruzione assegnato da tutt’altra parte e più precisamente in una scuola campana in provincia di Napoli. Corzano, questo è il paese in cui Sperelli si ritroverà catapultato, a toccare con mano i disagi ed i disastri di un sistema scolastico allo sbando e dove gli alunni si contano sulle dita di una mano, visto che molti di loro ancora minorenni finiscono per necessità a sbarcare il lunario ai limiti della legalità, sconfinando con sempre maggior frequenza nel territorio della microcriminalità. Sperelli al suo primo giorno si ritroverà con una classe di venti alunni che ne conta presenti si e no tre.
La principessa Sissi, recensione
Austria 1853, seguiamo la principessa Elisabetta di Baviera (Romy Schneider) soprannominata Sissi che appena sedicenne si reca al seguito della madre e della sorella alle celebrazioni per il compleanno dell’Imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria (Karlheinz Böhm) durante le quali sarà dato l’annuncio ufficiale del fidanzamento tra L’imperatore ed Elena (Uta Franz), la sorella di Sissi. Il destino come di consueto ci metterà lo zampino con il supporto di Cupido suo alleato di sempre e l’imperatore finirà per innamorarsi di Sissi invece che di Elena, subito dopo averla conosciuta fortuitamente e senza sapere chi fosse in realtà, averne apprezzato non solo la bellezza, ma la spontaneità ed una grande gioia di vivere.
Platoon, recensione
Il giovane idealista Chris Taylor (Charlie Sheen) abbandona il college e in uno slancio patriottico si arruola volontario per combattere in Vietnam, dove insieme ad un’altra recluta si unirà ad un plotone specializzato in incursioni nella giungla guidato dallo spietato sergente Bob Barnes (Tom Berenger) affiancato dal più umano Elias Grodin (Willem Dafoe), anche lui come Barnes segnato da troppi anni di trincea ed efferati massacri.
I magnifici sette, recensione
Alla Frontiera tra Messico e Stati Uniti un villaggio viene periodicamemte saccheggiato da una banda di fuorilegge guidati dal losco Calvera (Eli Wallach), il capo del villaggio disperato decide di non attendere inerme il ritorno della banda e si dirige in una vicina città di confine per acquistare delle armi con cui provare almeno a difendersi.
In città incontrano il pistolero Chris (Yul Brinnner) che gli consiglia di reclutare esperti pistoleri prezzolati piuttosto che investire in armi, così il capo del villaggio tenta invano di affidare allo stesso Chris il compito il quale però è piuttosto restio visto che la paga è una miseria e che ci vorrebbe di certo più di un uomo per affrontare Calvera e scagnozzi.
Chris nonostante le perplessità accetta l’incarico e riesce miracolosamente a reclutare ben sei uomini, il primo che risponde alla chiamata alle armi e il giovane e insperto Chico (Horst Buchholz) in principio scartato ma poi reclutato, poi tocca ad Harry Luck (Brad Dexter) un amico di Chris che crede che l’uomo sia in realtà a caccia di un qualche tesoro, il giocatore d’azzardo Vin (Steve McQueen), Bernardo O’Reilly (Charles Bronson) un abile pistolero messicano di origine irlandese, Britt (James Coburn), veloce e letale con il suo coltello e infine Lee (Robert Vaughn) che sembra in fuga da qualcosa o qualcuno.
Giù la testa, recensione
John Mallory (James Coburn) e Juan Miranda (Rod Steiger), un’accoppiata davvero esplosiva visto che il primo è un irlandese esperto in esplosivi e il secondo è uso, con l’aiuto della sua famiglia darsi al brigantaggio nell’assolato Messico in odor di rivoluzione.
L’incontro tra i due farà si che Miranda proponga allo straniero un audace colpo in una banca, solo l’abilità con gli esplosivi di Mallory potrebbe infatti minare, nel vero senso della parola l’inpenetrabilità di un caveau che per il peone messicano rappresenta una sorta di irraggiungibile Santo Graal.
Mallory però ha altri progetti, infatti sembra che sia stato ingaggiato dal proprietario di una miniera, Miranda è disposto a tutto anche ad uccidere per avere Mallory nella squadra, quindi architetta un piano per una repentina dipartita del datore di lavoro di Mallory costringendo quest’ultimo suo malgrado ad unirsi alla banda, per poi alla prima occasione darsela a gambe.
Il grande dittatore, recensione
Un soldato di fanteria e barbiere ebreo (Charlie Chaplin) sul finire del primo conflitto mondiale, durante un’azione in battaglia, salva la vita ad un pilota suo connazionale rimettendoci però la memoria e finendo ricoverato in un ospedale per diversi anni.
Nel frattempo la sua patria, la Tomania sta attraversando il periodo più buio e violento della sua storia, il dittatore Adenoid Hynkel (Charlie Chaplin) ha preso il potere con la ferma intenzione di liberarsi dei cittadini ebrei, che relegherà in un ghetto e puntando, spinto dal suo folle ego e dal suo ambizioso ministro dell’interno Garbitsch (Henry Daniell), non solo a conquistare il mondo, ma ad instaurare il predominio di una nuova e perfetta razza ariana.
Mentre Hynkel con l’aiuto di Garbitsh e delle sue camice grigie perseguiterà e vesserà l’inerme popolazione ebrea, l’eroico e smemorato barbiere fuggirà dall’ospedale in cui è ricoverato tornando alla sua bottega, ignaro che siano passati oltre vent’anni e che la Tomania sia sotto il giogo nazista.
Per un pugno di dollari, recensione
Un pistolero (Clint Eastwood) giunge in una sperduta cittadina ai confini tra Stati Uniti e Messico e fermandosi al locale saloon stringe amicizia con un barista che lo mette al corrente di una sanguinosa faida in atto nella città, in cui si stanno confrontando la famiglia Rojo capitanata dal capofamiglia Don Benito e la famiglia Baxter che vede tra i suoi membri lo sceriffo della città.
Lo straniero, che si fa chiamare Joe inizia uno strano e pericoloso gioco delle parti che lo vedrà schierarsi in cambio di denaro prima da una parte e poi dall’altra, acuendo nel frattempo il dissidio tra le bande, questa confusione indotta da Joe permetterà a quest’ultimo di far fuggire anche una famiglia a cui il pistolero donerà gran parte del ricavato del suo doppio gioco, escludendo così l’ipotesi che le sue azioni siano dettate solo dal denaro.
Joe dopo essere sfuggito ai messicani diventerà ancora una volta causa di un efferato scontro che vedrà i Baxter sterminati dai messicani, massacro seguito dal ritorno in città di Joe pronto armi alla mano a terminare il lavoro.
I dieci comandamenti, recensione
L’incipit ci racconta di ebrei schiavizzati dagli egiziani in nome del tirannico faraone Ramesse I (Ian Keith) che teme per il suo regno dopo nefasti presagi che parlano di un uomo che porterà l’Egitto verso la distruzione e che scelto da Dio libererà gli schiavi ebrei dalle catene.
Ramesse I non volendo sterminare tutti i suoi preziosi schiavi. farà si che ogni neonato potenziale minaccia per il suo trono venga soppresso, ma uno sopravvivrà al massacro, è il figlio della schiava Yochebed (Martha Scott) che viene affidato alle acque del Nilo e alla protezione di Dio.
Il neonato viene tratto in salvo proprio dalla figlia di Ramesse I che sterile vedrà il ritrovamento del neonato come un segno divino e nonostante la ritrosia della sua schiava a cui ordina di mantenere il segreto, decide di tenere con sè il piccolo chiamandolo Mosè.
Rocky, recensione
Rocky Balboa (Sylvester Stallone) è un pugile di mezza tacca che sbarca il lunario recuperando crediti per uno strozzino locale e partecipando ad alcuni incontri per dilettanti in quel di Philadelphia, allenandosi nella palestra del burbero ex-pugile Mickey Goldmill (Burgess Meredith) che un bel giorno lo scarica cacciandolo dalla palestra e dandogli del perdente.
Rocky però non molla, sente che la boxe è la sua ragione di vita come sa che presto lo diventerà anche una timidissima ragazza di nome Adriana (Talia Shire) di cui è innamorato e che lavora in un negozio di animali del quartiere.
Adriana è la sorella di Paulie (Burt Young) un amico che frequenta lo stesso bar di Rocky, Paulie tampina Rocky affinchè gli rimedi un lavoro come esattore così che possa abbandonare il magazzino di carni dove è impiegato, questo spingerà Paulie a far uscire quasi con la forza la sorella con Rocky e così tra i due nascerà l’amore.
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, recensione
Sudamerica anni ’30 in un rocambolesco incipt tra letali trappole secolari, trabocchetti e mummie seguiremo il recupero di un antico idolo d’oro da parte dell’avventuriero e archeologo Indiana Jones (Harrison Ford), recupero che a causa di alcuni indios diventerà più difficoltoso del previsto.
Tornati alla civiltà l’azione si sposta in un’aula di college di New York dove alla cattedra intento ad insegnare rudimenti di archeologia c’è proprio il professor Jones, che tra un recupero di reliquie e l’latro insegna.
Il professor Jones verrà contattato dall’intelligence governativa per parlare della prossima missione di recupero, che stavolta riguarda la leggendaria Arca dell’alleanza reliquia mistica al cui interno sarebbero conservate parti delle sacre tavole dei Dieci comandamenti.
La cosa da un altro mondo, recensione
Un team di scienziati in missione al Polo Nord manda un messaggio all’esercito affinchè inviino una squadra che oltre a portare dei rifornimenti dovrà controllare una zona nelle vicinanze della base in cui è avvenuto lo schianto di un velivolo non identificato.
Alla base a capo del team di scienziati c’è il dr. Corrington (Robert Cornthwaite) e tra gli ospiti la segretaria di Corrington Nikki Nicholson (Margaret Sheridan) e il reporter Ned Scott (Douglas Spencer) in cerca di qualche notizia interessante da dare in pasto ai suoi lettori. A capo della spedizione militare in ricognizione il capitano Patrick Hendry (Kenneth Tobey).
La squadra raggiunta la zona dello schianto scoprirà che imprigionato nel ghiaccio vi è un disco volante, ma nel tentaivo di liberarlo e creare un accesso con dell’esplosivo lo distruggeranno, per poi scoprire che a pochi metri di distanza vi è un corpo congelato, molto probabilmente del pilota del velivolo
Star Wars-Il ritorno dello Jedi, recensione
Luke Sywalker (Mark Hamill) che ha quasi terminato il percorso per diventare un cavaliere Jedi, decide con l’aiuto dei droidi R2-D2 E C3-PO di recuperare Han Solo (Harrison Ford) che sei mesi prima era stato catturato da alcuni cacciatori di taglie e consegnato al trafficante Jabba the Hutt che lo ha trasformato in un blocco di carbonite riportandolo sul pianeta Tatooine.
Anche Leila (Carrie Fisher) che ha confessato i suoi sentimenti a Solo poco prima che il contrabbandiere finisse pietrificato ha la stessa intenzione di Luke e così travestita da cacciatore di taglie riesce ad intrufolarsi nel covo di Jabba, ma il suo tentativo di salvataggio fallisce e la principessa finisce in catene diventando una delle schiave del viscido trafficante, stessa sorte tocca ai due droidi e a Chewbecca anche loro finiti in catene.
Skywalker tenta di contrattare con Jabba la vita di Leila e dei suoi amici, ma finisce quasi divorato da un mostro della sabbia, a questo punto a salvare la situazione interviene Lando Carissian (Billy Dee Williams) vecchia conoscenza di Solo e responsabile della sua cattura, il quale infiltratosi tra gli scagnozzi di Jabba riesce a creare un diversivo che permette a Luke di sfoggiare le sue arti Jedi, così il gruppo Han Solo compreso riesce a fuggire dalla grinfie di Jabba che finisce strangolato da Leila con le stesse catene che tenevano prigioniera la prinicipessa.
I soliti ignoti, recensione
Una squadra di sgangherati ladruncoli di mezza tacca grazie ad una fortunosa dritta scippata in carcere ad un compare detenuto e dalla chiacchiera facile pensa di organizzare un colpo ai danni di un’agenzia del Monte dei pegni, ma durante la spassosa pianificazione si renderanno conto di dover aprire una cassaforte e di non avere la competenza necessaria.
La banda formata dall’orfano Mario (Renato Salvatori), il fotografo con famiglia Tiberio (Marcello Mastroianni), il siciliano Ferribotte (Tiberio Murgia), l’anziano e affamatissimo Capannelle (Carlo Pisacane), e il pugile fallito Giuseppe Baiocchi (Vittorio Gassman) detto Peppe er Pantera, pensa bene di rivolgersi ad un esperto di cassaforti, il veterano Dante Cruciani (Totò), maestro dello scasso agli arresti domiciliari che si ricicla insegnante con lezioni di scasso ed effrazione.
Una volta appresi i rudimenti della tecnica da Cruciani toccherà a Mario il compito di sedurre e sottrarre le chiavi alla cameriera che lavora nell’appartamento adiacente all’agenzia in cui nottetempo la banda dovrà intrufolarsi, ma mentre l’operazione procede Cosimo (Memmo Carotenuto) l’ideatore del colpo ancora in prigione grazie ad un amnistia esce e si mette in cerca dei compari che lo hanno raggirato.