Braveheart-Cuore impavido, recensione

Scozia XIII secolo, Edoardo I tiranneggia incontrastato, dopo che alla morte del sovrano di Scozia uccide in un’imboscata tutti gli ambiziosi nobili scozzesi pronti allo scontro per accaparrarsi il trono vacante. il suddito Malcolm Wallace preoccupato per il prolungarsi dell’incontro tra i nobili scozzesi ed il sovrano Edoardo scoprirà la strage insieme ai suoi due figli, il primogenito John e e il piccolo William.

Malcolm tenterà di vendicare la strage portando con se il figlio John e alcuni cittadini, ma verranno tutti trucidati. toccherà così ad Argyle saggio ed istruito fratello del defunto Malcolm, occuparsi di William e della sua educazione, sarà lui ad insegnargli l’arte del combattimento e l’importanza della cultura.

William (Mel Gibson) ormai adulto tornerà nella natia Lanark incontrando vecchi amici e la splendida Murron (Catherine McCormack) la donna cui era destinato sin dall’infanzia, ma anche una situazione insostenibile in cui un nobile locale, scagnozzo degli inglesi spadroneggia incontrastato sulla regione, vessando quotidianamente la popolazione sotto l’egida e la protezione del potente monarca inglese. William non potrà far nulla neanche quando la sua Murron verrà uccisa dagli inglesi per essersi ribellata alle voglie di un soldato.

I dolorosi ricordi d’infanzia con la morte di padre e fratello e quest’ultimo efferato sopruso, spingeranno Wallace a guidare una rivolta e a trucidare i soldati di un  vicino avamposto inglese. Seguirà un’escalation inarrestabile di assalti che porterà il Plantageneto ad affidare al suo debole primogenito Edoardo II il compito di soffocare nel sangue la rivolta degli scozzesi.

Naturalmente l’incapace progenie fallirà miseramente, mentre il nome di William Wallace diventerà una leggenda e le schiere di rivoltosi stanchi dei soprusi e delle prepotenze perpetrate dagli invasori inglesi andranno aumentando, sino a formare un piccolo esercito che guidato da Wallace sfiderà in un epocale battaglia il potente e numeroso esercito britannico.

Mel Gibson dopo l’edificante L’uomo senza volto dove recitava sotto un pesante make-up che ne deturpava i lineamenti, torna dietro la macchina da presa e sforna una delle più riuscite e coinvolgenti ricostruzioni storiche da grande schermo, raccontando tra leggenda e nozioni storiche la figura di William Wallace, eroe nazionale e personaggio chiave nella guerra d’indipendenza scozzese contro l’occupazione degli inglesi.

Gibson sforna un film muscolare e oltremodo violento, rileggendo, come farà anche Scott con il suo Gladiatore, la storia per arricchirla di alcuni elementi tipici da kolossal americano come amore, patriottismo, vendetta e spettacolari battaglie che dimostreranno l’indole di Gibson per il realismo estremo, vedi il finale in cui Wallace viene torturato davanti al popolo, estremismo visivo che ritroveremo nei suoi due successivi lavori come regista e in particolare nel suo film più controverso, La passione di Cristo.

Braveheart-Cuore impavido è un film che nonostante gli anni conserva un impatto visivo ed emotivo di altissimo livello, che all’epoca della sua uscita permise a Gibson di sbancare l’Academy con cinque premi Oscar, tra cui miglior film  e miglior regia, senza dimenticare un Golden Globe (miglior regista) e tre BAFTA.