Corsa a Witch Mountain: recensione

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Mentre Jack Bruno (Dwayne Johnson), tassista burbero dal difficile passato, scorrazza per Las Vegas i visitatori della convention sulla fantascienza dall’aeroporto al luogo della manifestazione, i cieli degli Stati Uniti sono sorvolati da un oggetto non identificato, che finisce con lo schiantarsi al confine col Nevada.

Dall’astronave scendono due alieni, Seth (Alexander Ludwig) e Sara (AnnaSophia Robb), somiglianti in tutto e per tutto a due teenager  (se non fosse che lui ha il potere di modificare il suo stato molecolare e che lei è telepata e telecinetica). I ragazzi salgono sul taxi di Jack per farsi accompagnare in un casolare in mezzo al deserto: il loro obiettivo è quello di ritrovare i risultati di un esperimento portato avanti dai loro genitori che possa salvare il pianeta da cui vengono, sempre più inospitale, ed evitare alla Terra di essere colonizzata dal loro belligerante popolo.

Jack Bruno insieme ad un cane e un’esperta di alieni, la Dr. Alex Friedman (Carla Gugino), imbarcati nel corso dell’avventura, aiuterà i due extraterresti a compiere la missione e a difenderli dagli agenti governativi, che vogliono prelevarli per studiarli, e dal temibile Siphon, un cacciatore alieno, spedito sulla Terra per mandare a monte il loro piano e preparare l’invasione del pianeta.

Corsa a Witch mountain (Race to Witch Mountain) è un film d’avventura della Disney, diretto da Andy Fickman, remake del film degli anni settanta Incredibile viaggio verso l’ignoto.

Il film, pensato per essere visto da tutta la famiglia, è un mix di azione (inseguimenti, sparatorie, scazzottate), effetti speciali (più da film di supereroi che da film fantascientifici), commedia politically correct (storia d’amore appena accennata tra i due adulti, momenti di commedia brillante) e scene citazioniste (da Guerre Stellari a Incontri ravvicinati del terzo tipo).

Non mancano, come in tutti i film della Disney, i messaggi positivi, dal quello ecologico (causa scatenante del viaggio dei due giovani alieni) a quello familiare (in questo caso atipicamente composta da tassista, ufologa, due alieni e un cane) e il classico scontro tra buoni e cattivi, dove questi ultimi risultano più che crudeli, stolti, goffi e mentalmente limitati (il vero carnefice non è terrestre), che culmina con l’atteso happy end.

Concludendo: Corsa a Witch Mountain è un film ben recitato, semplice, scorrevole,  pensato per intrattenere il pubblico, regalando qua e là pillole di saggezza e tanti buoni sentimenti. Se non cercate altro in novanta minuti di pellicola … è perfetto.