Un perfetto gentiluomo, recensione in anteprima

Il giovane e timido professore di inglese Louis Ives (Paul Dano), aspirante scrittore ed estimatore delle opere di Scott Fitzgerald, soffre di una sorta di disturbo bipolare legato alla sua identità sessuale che lo porta ad avere un’irresistibile attrazione per gli abiti femminili, attrazione che lo porterà ad un repentino licenziamento dalla scuola privata in cui insegna e ad intraprendere un viaggio alla volta di New York per inseguire il suo sogno di diventare scrittore.

Louis approdato nella Grande Mela farà la conoscenza di Harry Harrison (Kevin Kline) un commediografo spiantato, affascinante e piuttosto eccentrico che gli affitterà una stanza e che Louis scoprirà in seguito essere un extra-man, una sorta di accompagnatore per anziane signore molto benestanti e questa scoperta farà si che Louis proponga al suo nuovo coinqulino di introdurlo nel suo giro di conoscenze.

Così mentre Louis ed Harry instaureranno un legame di amicizia all’insegna dell’idiosincrasia, Louis proseguirà il suo percorso alla scoperta della sua sessualità all’insegna della sperimentazione, frequentando prostitute e travestendosi da donna per riuscire a placare e meglio identificare quell’istinto che gli sta creando una vera e propria crisi d’identità.

Solo la premiata ditta Shari Springer Berman/Robert Pulcini, già registi in coppia del memorabile American Splendor con Paul Giamatti, potevano maneggiare con tanta dovizia il surreale materiale fornito dalla brillante partitura comica partorita dello scrittore Jonathan Ames e ispirata al suo romanzo Io e Henry.

La coppia di filmakers, marito e moglie nella vita, confezionano una raffinatissima commedia con un cast in forma smagliante, Dano è poetico nel suo ritratto confuso e felice del suo stralunato gentiluomo che ha la medesima attrazione per gli indumenti femminili sfoggiata dall’altrettanto stralunato Ed Wood di burtoniana memoria, Kline è come sempre inarrivabile, uno dei pochi attori capaci di miscelare recitazione spiccatamente teatrale a personaggi dalla caratterizzazione squisitamente cinematografica, il suo Harry Harrison ci ha ricordato a più riprese e in versione più raffinata, ma altrettanto cialtronesca il Gastone di Alberto Sordi e infine il bravissimo e sempre più impegnato John C. Reilly che in una spassosa versione Hagrid, l’irsuto gigante della saga di Harry Potter, regala momenti davvero esilaranti.

Un perfetto gentiluomo è una comedy indipendente piuttosto sofisticata, che riesce a trattare temi non semplici, come la sessualità in una maniera brillante e squisitamente letteraria senza disdegnare gli eccessi goliardici che ben si accompagnano all’argomento, insomma non si tratta di una commedia per tutti nel senso stretto del termine, ma senza dubbio godibile a prescindere dalla brillante controparte cartacea e a proposito di partiture segnaliamo la notevole colonna sonora realizzata dal compositore tedesco Klaus Badert, una di quei rari casi in cui la musica è fortemente caratterizzante e non semplice sottolineatura emotiva.

Nelle sale dal 13 maggio 2011

Note di produzione: il film è tratto da un romanzo di Jonathan Ames attualmente al lavoro come autore per la serie tv in onda sulla HBO Bored to Death-Investigatore per noia.