Tristano e Isotta, recensione

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In Britannia un’alleanza unisce alcuni clan inglesi contro le incursioni oltreconfine dei vicini irlandesi, incursioni che figliano massacri e sanguinose battaglie, in uno di questi scontri Lord Marke (Rufus Sewell) salva e porta via con se il giovane orfano Tristano (James Franco) che alleverà come fosse suo figlio.

Trascorrono alcuni anni e Tristano cresce diventando un prode cavaliere pronto a difendere a rischio della propria vita i confini britannici, e così sarà perchè durante uno scontro con alcuni cavalieri nemici, Tristano verrà colpito da un dardo avvelenato e creduto ormai spacciato, verrà abbandonato dai suoi compagni d’arme su una barca che alla deriva approderà sulle coste irlandesi.

Qui Tristano ormai morente verrà rinvenuto e soccorso dalla principessa  Isotta (Sophia Myles) figlia del re d’Irlanda, che lo nasconderà e curerà celando al ragazzo la sua vera identità. Tra i due crescerà forte la passione e il dolore sarà incontenibile quando Tristano dovrà fuggire dal paese perchè reo di aver ucciso il promesso sposo della principessa.

Tornato in patria Tristano si troverà a dover sostituire il suo padre putativo Lord Marke in un torneo indetto dal sovrano d’Irlanda con lo scopo di porre fine alla sanguinosa guerra fratricida, offrendo una regina come sposa e pegno di pace tra tutti i clan inglesi, Tristano parteciperà al torneo ignaro che la nobildonna in questione è proprio l’amata Isotta.

Tristano vincerà il torneo e sarà costretto in silenzio a vedere Isotta unirsi in matrimonio con Lord Marke, ma ben presto la vicinanza tra i due e la passione per nulla sopita, porteranno inesorabilmente verso un tradimento dal tragico epilogo.

Un terzetto d’alto profilo per quanto riguarda l’intrattenimento dietro questo riuscito romance in costume, i fratelli Tony e Ridley Scott come produttori e il regista Kevin Reynolds alla regia, che dopo Montecristo ripesca per l’occasione suggestioni ed intenti del suo Robin Hood, aggiungendovi una corposa dose di romance, una coppia di giovani e talentuosi protagonisti ed una immersiva messinscena, che trasforma Tristano e Isotta in un film decisamente godibile che travalica il genere, puntando con successo su una platea molto variegata per età e gusti.