The Island, recensione

island_ver3 []Nella città sotterranea di Utopia gli ultimi sopravvissuti ad una devastante contaminazione del pianeta che ha reso reso la Terra inabitabile, affrontano il loro tran tran quotidiano tra test, rigide regole corpontamentali, diete personalizzate e lavori in stile catena di montaggio.

Gli abitanti di Utopia pur adulti sono molto simili a degli adolescenti, la loro vita si svolge in funzione di una lotteria che periodicamente permette ad alcuni di loro di vincere un viaggio nell’unico posto rimasto intonso sul pianeta, una paradisiaca isola.

Un bel giorno Lincoln Sei-Echo (Ewan Mcgregor), uno dei piu restii al programma e alle regole propinategli dal capo della comunità Merrik (Sean Bean), dopo una serie di comportamenti anomali e alcune affermazioni che mettevano in dubbio sia la veridicità della lotteria che l’esistenza dell’isola, tenta la fuga verso l’esterno portando con sè Jordan Due-Delta (Scarlett Johannson).

La visita all’esterno dei due non rivelerà solo che la Terra in realtà è come sempre iper-inquinata ed abitabile, ma anche che i due oltre ad essere due cloni di persone viventi, fungeranno ben presto da serbatoio d’organi per queste ultime quando malattie incurabili ne mineranno inesorabilmente la sopravvivenza.

Michel Bay torna alla fantascienza dopo l’apocalittico disaster-movie Armageddon-Giudizio finale, la storia rispetto a quest’ultimo è meno fumettosa e ha un’intrigante connotazione di realismo, la clonazione di esseri umani concepiti come pezzi di ricambio, ma la realizzazione, dopo un buon incipit estremamente contenuto rispetto agli standard di Bay, si rivela legata indissolubilmente alla tipica impronta action del regista perdendo lungo la strada tutte le iniziali buone intenzioni.

Infatti dopo la fuga dei due cloni dal laboratorio/allevamento, il film si riduce ben presto ad una serie di scene action splendidamente coreografate, il punto forte del regista, e la storia invece che prendere una direzione propria si incanala nel solito forsennato inseguimento con una caccia ll’uomo all’insegna della devastazione, che oltre ad essere esteticamente intrigante lascia ben poco.

Un peccato perche il buon incipit avrebbe dato spazio ad un bel pò di contenuto, visti i due protagonisti davvero niente male e la messinscena notevole, però come da copione tutto si butta in caciara, e se per un giocattolone come Armageddon la cosa fiunzionava abbastanza, qui invece mette in mostra tutte le lacune di un’operazione nata su un concept tra virgolette di spessore, andato inesorabilmente perduto lungo la strada.