Sotto il segno del pericolo, recensione

Il Presidente degli Stati Uniti (Donald Moffatt) decide di inasprire la lotta contro i cartelli della droga colombiani all’indomani dell’omicidio a sangue freddo di un suo amico di lunga data, reo quest’ultimo di aver sottratto a pericolosi trafficanti di droga oltre 600 milioni di dollari, tentando poi di darsi alla fuga via mare su un’imbarcazione rinvenuta in seguito dalla Guardia costiera con a bordo null’altro che cadaveri. Sarà James Cutter (Harris Yulin), consigliere per la Sicurezza nazionale ad occuparsi dei nuovi stanziamenti americani per la lotta contro i cartelli colombiani ed è qui che entra in scena il vice-direttore dell’intelligence Jack Ryan (Harrison Ford), fresco di promozione e pronto a dar manforte all’amico e suo superiore, l’ammiraglio James Greer (James Earl Jones) allettato a causa di una diagnosi di cancro.

Ryan si presenterà davanti al Congresso per discutere di un nuovo ed ingente stanziamento governativo erogato alla CIA per contrastare il traffico di droga, qui si fa garante dell’utilizzo lecito di tali finanziamenti, inconsapevole che ai piani alti è stato redatto un documento proveniente direttamente dalla Casa Bianca, in cui si autorizza ad usare quei finanziamenti per allestire una squadra specializzata proprio in operazioni clandestine, squadra supervisionata da John Clark (Willem Dafoe) un agente sotto copertura di stanza in Colombia.

Terza pellicola dedicata a Jack Ryan, celeberrimo personaggio creato dallo scrittore Tom Clancy che ha debuttato con le fattezze di Alec Baldwin nel lontano 1990 con il memorabile Caccia a Ottobre Rosso di John McTiernan, per poi tornare due anni dopo con il volto di Harrison Ford nell’ottimo Giochi di potere di Philip Noyce, regista che torna anche per questo penultimo capitolo sempre al fianco di Harrison Ford, per un’operazione sequel che purtroppo risulta migliore solo del successivo e soporifero Al vertice della tensione, uscito otto anni dopo e con un nuovo e ben poco memorabile Jack Ryan interpretato da Ben Affleck.

Sotto il segno del pericolo pur confezionato con rigore e visivamente imponente, risulta verboso e davvero poco ispirato nelle sequenze d’azione, per fortuna questa sarà l’avventura conclusiva per Harrison Ford nei panni dell’eroe creato da Clancy che con questa penultima pellicola e definitivamente con la successiva dimostrerà di aver intrapreso la strada del franchise a tutti i costi, il che significa incassi=sequel a prescindere dalla validità del comparto creativo messo in campo.

Note di produzione: nel cast anche Thora Birch (American beauty) e Ted Raimi fratello del regista Sam Raimi, alla sceneggiatura ha collaborato il John Milius regista di Conan il Barbaro.