Magnifica Presenza, recensione in anteprima

Magnifica Presenza è il nuovo attesissimo film che segna il ritorno alla regia di Ferzan Opzetek: Pietro (Elio Germano) è un ventottenne siciliano che arriva nella capitale col grande sogno di fare l’attore: trova una casa tutta per sé, ma ben presto cominciano ad apparirgli presenze inquietanti; infatti, l’appartamento si rivela essere occupato da ospiti non previsti, misteriosi, eccentrici, elegantissimi, che pian piano iniziano a creare un legame profondo col giovane.

I coinquilini forzati, il rapporto con Maria (la sempre più brava Paola Minaccioni), la cugina di Pietro, l’aiuto prestato al travestito di notte, sono tutti segni della solitudine e della fragilità umana affrontata come valori da analizzare, vivere e comprendere fino in fondo.

La ricerca di risposte per la libertà del gruppo di reclusi nella casa diventa per Pietro una sorta di rivalsa, verso quel mondo moderno che non sa condividere, dove l’arte è racchiusa nei sotterranei di un magazzino dove transessuali cuciono abiti teatrali di scena.

Un film estremamente corale, complesso ma fluido: è stranamente impalpabile il numero di parentesi che fanno da corollario alla vicenda principale; fondamentalmente, tutto si basa su quello che succede nella vita del protagonista, che incontra delle entità che sembrano essergli complementari, affini.

Ozpetek racconta, attraverso una dimensione onirica bunueliana e una teatralità che ha assimilato molto dal pirandelliano Sei Personaggi in cerca d’Autore (grazie soprattutto alla co-sceneggiatrice del film, Federica Pontremoli), la storia dei vinti attraverso la malinconia di un passato non conciliabile con tutto quello che circonda i protagonisti di questa storia.

Magnifica Presenza è di certo uno dei titoli che entrerà in breve tempo in cima alla lista dei film più importanti di Ferzan Opzetek: un luogo magico, aulico e pomposo al punto giusto, dove finzione e realtà sono alla base di ogni rapporto, dove ogni emozione dello spettatore è sintomo di una forma matura di Amore: quella tra regista verso i suoi attori, quella di un artista verso il Cinema e la sua indimenticabile storia che prende (e apprende) dal passato, dalla storia stessa.

Note di Produzione: Inizialmente, il titolo del film sarebbe dovuto essere Magnifiche Presenze, riferendosi alle eccezionali presenze ultraterrene nell’abitazione, ma poi il regista ha preferito evidenziare il magnifico riferimento al protagonista della vicenda; per la rappresentazione teatrale e la messa in scena, la produzione è entrata nel Teatro Valle Occupato, ma Ozpetek dichiara di non aver attribuito alcun particolare riferimento (se non artistico) alla scelta optata.