Fantozzi va in pensione, recensione

Povero ragionier Fantozzi (Paolo Villaggio) non poteva certo immaginare che un giorno le reiterate vessazioni dei suoi colleghi d’ufficio, gli insulti del mega-direttore e lo scherno continuo dell’irraggiungibile signorina Silvani (Anna Mazzamauro) gli sarebbero mancati, ma è proprio quel che accade quando l’impiegato più sfigato e simpatico di sempre raggiunge la famigerata età pensionabile, che lo costringe a lasciare l’azienda che ha servito e riverito per così tanti anni.

Il primo giorno da pensionato per Fantozzi sarà traumatico, ancora non pienamente conscio della sua nuova situazione si sveglierà di soprassalto pensando di essere in ritardo, trasformando così la mattinata in una frenetica ed inutile corsa in ufficio.

Tra gli altri episodi apocalittici a cui andrà incontro il ragioniere in veste di neo-pensionato, mentre cerca invano di mese in mese di ritirare la sudata pensione che gli viene puntualmente scippata, ci sono la scelta di prendere un cane dalle tragicomiche conseguenze, una tremebonda gita dell’INPS che lo vedrà riunirsi ai suoi ex-colleghi d’ufficio, signorina Silvani compresa, la fase hobby con la scelta dell’insidiosissimo aeromodellismo e infine spinto dalla disperazione il ritorno al lavoro nella mega-ditta, in cambio del versamento allo spietato mega-direttore della sua intera pensione.

Sesto capitolo per la saga fantozziana creata da Paolo Villaggio, prima in una serie di libri editi a partire dal 1971, poi trasposti in film con un memorabile primo capitolo cinematografico datato 1975 e diretto da Luciano Salce.

In questa sesta pellicola si accentuano i connotati malinconici della maschera fantozziana che ritroveremo nei suiccessivi quattro capitoli e si abbandonano le location aziendali per affrontare un quotidiano irto di ostacoli all’insegna della malinconoia. Oltre al cast di soliti noti che fanno ormai parte integrante della mitologia del personaggio troviamo il veterano Neri Parenti, già regista di tre capitoli della saga, tra cui Fantozzi subisce ancora, uno dei migliori episodi insieme al dittico d’esordio della serie.

Fantozzi va in pensione segna il passo per la saga che dopo questo ennesimo capitolo che avrebbe potuto chiudere più che decorosamente la serie, subirà una lenta e inarrestabile involuzione fino ai due fiacchi ultimi capitoli, tra cui svetta in negativo il pessimo Fantozzi 2000-La clonazione.

Note di produzione: questo è il primo film in cui appare Bongo alias Piero l’animalesco marito di Mariangela e genero di Fantozzi, le location del film sono ambientate a Roma e dintorni, alla stesura della scenggiatura hanno collaborato lo stesso Villaggio e il regista Parenti.