Cliffhanger-L’ultima sfida, recensione

In un drammatico prologo assistiamo al vano tentativo dello scalatore Gabe Walker (Sylvester Stallone) di salvare Sarah, la ragazza del collega ed amico Hal  (Michael Rooker) che precipiterà in un crepaccio perdendo la vita.

Walker è un operatore del soccorso montano che opera sulle impervie Montagne rocciose, ma questa tragedia lo segnerà a tal punto da abbandonare definitivamente la sua attività rinunciando a tornare in quota, una decisIone difficile su cui Walker non intende tornare, neanche quando la sua ragazza Jessie gli chiede supporto per un recupero ad alta quota.

E’ passato un anno dalla tragedia e Walker ancora non ha metabolizzato quei terribili momenti, ma alla fine accetta comunque di aiutare Jessie a soccorrere un gruppo di escursionisti  in difficoltà ignorando che questi ultimi sono in realtà dei criminali professionisti, che dopo un incidente aereo hanno disseminato alcune valigie piene di soldi nella zona.

Le preziosa valige prima del lancio sono state munite di localizzatori e il gruppetto di criminali aveva assoldato come guida per ritrovarle proprio Hal Tucker, ma l’arrivo di una bufera di neve ne ha impedito il recupero bloccando gruppo e guida.

Toccherà a Walker, sfidando le intemperie salvare l’amico riconquistandone così la fiducia e fermare il gruppo di spietati criminali sfruttando l’abilità nell’arrampicata e la conoscenza approfondita della zona.

Stallone dopo il mediocre Rocky V che ha concluso ufficialmente la saga dello Stallone italiano causa deludenti incassi ai botteghini, torna con un eroe tutto muscoli e cuore per affrontare un manipolo di spietati assassini tra le cime delle Montagne rocciose.

A dirigere questo discreto action ad alta quota lo specialista Renny Harlin, il regista di origini finlandesi ha nel curriculum l’ottimo sequel Die Hard 2-58 minuti per morire con Bruce Willis, nonchè il recente 12 Round con John Cena.

Effetti speciali d’alto profilo, una location azzeccata e uno Stallone in gran forma fanno di questo film un buon action-drama che diverte e coinvolge, certo si deve passare sopra alcune smargiassate tipiche del genere e a qualche inverosimiglianza come Sly in canotta in mezzo ad una bufera di neve, ma a parte questo il film risulta piacevole da guardare e con una confezione decisamente sopra la media.

Note di produzione: il film grazie al massiccio uso di effetti speciali venne candidato a tre premi Oscar, le sequenze sulle Montagne rocciose sono state girate in Italia esterni sulle Dolomiti e alcuni interni negli studi di Cinecittà a Roma, il film vanta un singolare record per la scena stunt più remunerativa di sempre con un cachet da ben 1 milione di dollari per la sequenza dell’incidente aereo girata dallo stunt Simon Crane ad oltre 4.000 metri di altezza, budget finale del film 55 milioni di dollari a fronte di un incasso worldwide di oltre 255.