Agente 007-L’uomo dalla pistola d’oro: recensione

In questa nuova avventura l’agente James Bond (Roger Moore) è alle prese con un abilissimo e pericolosisimo killer prezzolato che ha la ferma intenzione di eliminarlo, il suo nome è Francisco Scaramanga (Christopher Lee) e vive tra gli agi, ha un fedele maggiordomo affetto da nanismo Nick Nack (Hervé Villechaize) e per uccidere le sue vittime utilizza una pistola e dei proiettili in oro massiccio, prezzo a cadavere un milione di dollari.

Sembra che Bond sia l’unico ostacolo che si frappone tra un’organizzazione criminale internazionale ed un innovativo congegno per lo sfruttamento dell’energia solare, quindi viene assoldato Scaramnga per eliminare lo scomodo agente segreto, ma il killer non sa che non è il solo ad avere una licenda per uccidere…

Dopo un esordio non proprio brillante con Agente 007-Vivi e lascia morire, Roger Moore, qui alla sua seconda prova nei panni di Bond, finalmente è assistito da un copione che gioca con la tipica ironia dei film precedenti e torna all’aria fumettosa e action degli esordi firmati Sean Connery.

Alla regia ancora Guy Hamilton che stavolta sforna una divertente summa del Fleming-pensiero e ci regala un villain di classe come Christopher Lee cattivissimo e assolutamente autoironico, il Tatou della famosa serie tv Fantasilandia nei panni del maggiordomo Nick Nack  e tra le bond girl l’ex signora Sellers, Britt Ekland, nei panni di Miss Goodnight.

Agente 007-L’uomo dalla pistola d’oro è l’inizio di una nuova e brillante versione del personaggio di Fleming, ironico, donnaiolo impenitente, elegante e letale come l’autore ha pensato ed il cinema incarnato il famoso agente segreto. Sicuramente un film da consigliare anche a chi voglia approcciarsi per la prima volta al personaggio di Fleming. Indispensabile invece per i Bondmaniaci.