13dici a tavola, recensione

Giulio (Giancarlo Giannini) torna dopo molti anni in un vecchio casale di famiglia dove da adolescente aveva vissuto con la sua numerosa famiglia e scoperto le prime inquietudini adolescenziali, tra cui il primo travolgente amore scoperto a diciott’anni e che si era magicamente materializzato nella fascinosa Anna (Kasia Smutniak) una ragazza figlia di un’amica della madre.

Per Giulio ritornare in quel luogo in occasione della vendita dell’immobile scatenerà una serie di ricordi che rischieranno di sopraffarlo, il sentimento provato, profumi e sapori di una toscana vissuta attraverso gli occhi della gioventù e le grazie della splendida e giovane Anna contesa dagli uomini di tutta la famiglia e da cui Giulio si troverà inesorabilmente stregato.

Saranno quei ricordi conservati nelle mura di quella casa, ricordi di preziosi attimi che non torneranno più e di cui quel casale conserva la memoria spingeranno Giulio non solo a non vendere la casa, ma ad acquistarne le quote dai fratelli, così da da avere la certezza che la casa diventi il luogo dove trascorrere la sua vecchiaia e dove andarsene coircondato dai ricordi di gioventù.

Cast davvero notevole per Enrico oldoini che dopo la fase da cinepanettone con un paio di Vacanze di Natale e il dittico Anni ’90 sforna un nostalgico amarcord all’insegna della nostalgia con un’agrodolce commedia che ha dalla sua proprio quella malinconica atmosfera alla Sapore di mare trasposta nella bucolica campagna toscana che già Bertolucci aveva esplorato con il suo Io ballo da sola.

Oldoini purtroppo non riesce a sfruttare appieno il materiale umano ed emotivo a disposizione, si lancia in nostalgiche digressioni da feuilleton televisivo, riesce a donare una certa familiarità alle dinamiche familiari in cui molti potranno riconoscersi, ma a minare la messincena una limitante impronta televisiva che da sempre caratterizza il lavoro di questo regista.

13dici a tavola resta comunque il miglior lavoro di Oldoini dai tempi dell’esordio con Cuori nella tormenta, nel mezzo tanta tv mascherata da cinema compreso il recente I mostri oggi dove si tocca un classico tanto per far cassa e si genera l’ennesimo baraccone macchiettistico da piccolo schermo.