Un ricordo di Buster Keaton a 50 anni dalla sua scomparsa

Se ne è andato l’uno febbraio di cinquant’anni fa, lasciando il cinema orfano di uno dei suoi più grandi esponenti. Un maestro, un pioniere. Il suo nome era Buster Keaton. Ancora oggi, malgrado la velocità dei tempi moderni influisca molto sullo spettacolo, quella di Buster Keaton è un’assenza pesante. Si sente.

busterkeaton

Se non ha avuto il riconoscimento che merita, questa star del muto dalla mimica stralunata e dal talento acrobatico lo ‘deve’ al fatto di essere ‘esplosa’ in maniera contemporanea al genio di  Charlie Chaplin, suo grande rivale.

Per dovere di cronaca, c’è da dire che i due grandi maestri del cinema, pur avendo artisticamente viaggiato su binari paralleli, hanno rappresentato e offerto in contemporanea due diversi modi di interpretare e celebrare la settima arte declinata al gusto di strappare una risata (più o meno amara).

Quella di Buster Keaton era una personalità impenetrabile e ironica, di un’ironia declinata non senza un filo di amaro. La sua cifra comica ha marchiato a caratteri di fuoco la sua opera cinematografica sin dagli albori.

Buster Keaton moriva, a settant’anni, stroncato il 1 febbraio del 1966 da un tumore ai polmoni, poco dopo la fine delle riprese del suo ultimo film, Dolci vizi al foro. La moglie, alimentando le leggende accreditate sul suo conto, narrò che l’attore morì inconsapevole di essere un malato terminale, e dopo aver giocato a carte con i suoi amici: un episodio (dal sapore davvero cinematografico) confermato anche nel documentario datato 1987, e firmato a quattro mani da Kevin Brownlow e David Gill, intitolatoBuster Keaton: un genio difficile da imitare.

Nel corso della sua intensa vita Buster Keaton ha anche spesso raccontato di essersi fracassato ogni osso del corpo. E in qualità di emblema vivente e recitante dell’uomo medio in lotta per la conquista di un suo posto contro una società ostile, senza mai riuscire a sfuggire a se stesso, l’inimitabile “faccia di pietra” di Buster Keaton parla ancora oggi, e con sempre maggiore chiarezza. Anche se la splendida fotografia dei suoi film è davvero tanto offuscata dal deterioramento chimico della pellicola, e anche se il virtuosismo tecnico dell’attore americano è ormai superato da quello digitale e tecnologico degli effetti speciali.