E’ morto l’attore Michael Gough, Alfred per quattro Batman cinematografici

E’ scomparso all’età di novantaquattro anni l’attore britannico Michael Gough, noto al grande pubblico per aver impersonato il saggio maggiordomo Alfred Pennyworth in quattro Batman della serie cinematografica, prima del reboot firmato Nolan e che il ruolo passasse al connazionale Michael Caine.

Michael Roland Gough veterano classe 1916, con all’attivo un Tony Award vinto nel ’79 come protagonista della piece Bedroom Farce, ha recitato in oltre centocinquanta pellicole tra cui molte produzioni della Hammer, casa di produzione britannica specializzata in horror e per la quale Gough recitò nel cult del ’58 Dracula il vampiro al fianco di Peter Cushing e Christopher Lee e nel successivo Il fantasma dell’opera (’62) diretto in entrambi da Terence Fisher, grandi classici a cui faranno seguito molti altri cosiddetti B-horror come Black Zoo e Black Horror-Le messe nere, in quest’ultimo tra l’altro Gough reciterà con un altro mostro sacro del cinema di genere, il grande Boris Karloff.

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Bloopers di La mummia-Il ritorno

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Oggi bloopers dedicati al sequel La mummia -Il ritorno, il regista Stephen Sommers dopo aver sbancato i botteghini rivisitando il classico del ’32 con Boris Karloff aggiungendovi un pizzico di Indiana Jones, effetti speciali di ultima generazione e una massiccia dose di humour, torna con un sequel che avrà egual fortuna al botteghino e raddoppierà la dose di effetti speciali.

Dopo il salto vi proponiamo gli strafalcioni ripresi sul set, come noterete visto il corposo uso di effetti speciali e di scene action molte delle sequenze saranno piacevolmente movimentate. Nel video compaiono tra gli altri Brendan Fraser, John Hannah, Rachel Weisz, Arnold Vooslo e in coda la guest star Dwayne The Rock Johnson nei panni del Re Scorpione. Buon divertimento.

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Bloopers di Van Helsing

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Il regista Stephen Sommers dopo aver resuscitato, è proprio il caso di dirlo, la mitica Mummia del sacerdote maledetto Imhotep, classico di Karl Freund del ’32 con un memorbile Boris Karloff, aggiornando lo script e aggiungendo alla pellicola una corposa dose di action, humour, avventura ed effetti speciali, decide di proseguire e completare l’omaggio ai classici horror della Universal in un colpo solo.

Nasce così il film Van Helsing che raduna in un singolare, fumettoso e adrenalinico crossover di ultima generazione, L’uomo lupo, La creatura di Frankenstein e il famigerato Conte Dracula, tutte queste fantastiche creature dovranno confrontarsi con l’eroe del film interpretato per l’occasione da Hugh Wolverine Jackman, il fascinoso e letale Gabriel Van Helsing cacciatore di demoni al soldo della Chiesa.

Dopo il salto I nostri consueti Bloopers, che in questo caso vedono coinvolta anche la protagonista femminile dell’operazione nostalgia messa in scena da Sommers, la splendida Kate Beckinsale nei panni della prinicipessa Anna, ultima sopravvissuta  della stirpe gitana dei Valerious. Buon proseguimento

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La mummia, le origini del mito

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Dopo L’uomo lupo e Il mostro della laguna nera eccoci pronti a sbirciare in un altro classico della Universal, La mummia, pellicola che ha dato il via ad una sequela impressionante di remake e sequel più o meno ispirati all’originale.

Tra questi il bel remake/reboot avventuroso di Stephen Sommers con Brendan Fraser e Arnold Vosloo, nel quale tra le molte citazioni ed omaggi al cult del ’32, alcune sequenze in cui uno degli attori indossa un Fez rosso, stesso copricapo indossato da Boris Karloff nella pellicola originale.

1921, durante una spedizione archeologica nei pressi di Tebe, un gruppo di scienziati scopre la tomba del sacerdote Im-Ho-Tep, che risvegliatosi dal suo sonno millenario seminerà morte e terrore tra i profanatori.

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Il mostro di Frankenstein: il lato oscuro della scienza

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Che la creatura riportata in vita dal barone Victor Von Frankenstein sia un’icona horror è indubbio, che col passar degli anni la sua forza abbia perso di efficacia, anche. Certamente siamo di fronte al mostro meno terrorizzante che la letteratura abbia mai partorito, perchè in fondo la creatura è un reietto, certamente il pensiero che sia un gigantesco e deforme rompicapo fatto di pezzi di cadaveri e la sua forza incontrollabile lo rendono inquietante, ma in realtà la sua vera natura di vittima della follia e del delirio d’onnipotenza di uno scienziato in competizione con Dio è palese ai più.

Era proprio questa la suggestione che voleva trasmettere l’autrice del romanzo originale, Mary Wollstonecraft Shelley, comprensione e pietà per la creatura, ma condanna per il creatore, nonchè la paura per un uso della scienza che in quegli anni stava sovverchiando le leggi della natura travalicavandole, siamo nel 1817 e nel mondo accademico e scientifico si stava facendo strada, attraverso la medicina, l’utilizzo di pratiche che per l’epoca definire poco ortodosse è un eufemismo, ma che avrebbero col tempo permesso, nel bene e nel male progressi scientifici indispensabili.

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