
Nicola (Ascanio Celestini) trentacinque anni di manicomio elettrico, un nonluogo dove la mente vaga e i pensieri corrono a ruota libera senza meta, una famiglia che lo ha praticamente dimenticato, l’istituzione che lo ha emarginato, compagne di viaggio in questo monologo della follia tra tenerezze, alter ego, amici picchiatelli e ricordi d’infanzia le suore che gestiscono l’istituto.
Nicola racconta uno spaccato della malattia mentale, dagli anni sessanta ad oggi tra realtà, fantasia e desiderio di una fuga da se stessi, con giornate scandite da visite al supermercato dove Marinella (Maya Sansa) amica d’infanzia riporta alla luce quell’amore di un attimo che comincia e finisce, ma lascia il cuore stracolmo e la mente spossata.
La pecora nera è l’epilogo di un lungo percorso che ha permesso al regista ed attore Ascanio Celestini di metabolizzare creativamente l’universo che ha vissuto attraverso interviste e testimonianze di pazienti che hanno transitato nei manicomi, interviste che sono diventate un monologo messo in scena sia in palcoscenico che tra le pagine di un libro, per culminare in un film presentato in concorso alla sessantasettesima Mostra del cinema di Venezia.
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