La Repubblica Galattica è ormai una fatiscente e sempre più inadeguata istituzione invasa da lotte intestine e corruzione dilaganti. il Senato Galattico suo supremo organo legislativo è un coacervo di complotti che neanche il consiglio dei Cavalieri Jedi sentinelle di pace ed equilibrio della galassia riesce ormai più a controllare.
Una recente tassazione sulle rotte commerciali promulgata dal Senato ha scatenato la reazione della Federazione dei mercanti che come atto di protesta verso la nuova tassa ha posto di fatto con la sua flotta di astronavi un embargo sul pianeta Naboo, dove la giovanissima principessa Amidala (Natalie Portman) è stata appena eletta sovrana.
La Repubblica per mediare con la Federazione dei commercianti invia sul posto due cavalieri Jedi, il maestro Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) e il suo allievo padawan Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor), che però giunti a destinazione subiranno un attentato da cui scamperanno per poi fuggire erifugiarsi sull’assediato pianeta Naboo dove salveranno la vita al Gungan Jar Jar Binks.
I Gungan sono una razza di anfibi che abitano il mondo sottomarino del pianeta e a cui i due Jedi chiederanno aiuto per contattare la Regina Amidala e metterla al corrente del complotto in atto, che vede coinvolti oltre ad alti ranghi del Senato anche una setta di cavalieri Jedi votati al lato oscuro.
Ai cultori della serie non pareva vero che George Lucas rimettesse mano alla storica saga di Star Wars per sfornare una nuova trilogia che raccontasse in un sontuoso prequel gli accadimenti che precedettero la lunga resistenza dell’Alleanza Ribelle e l’avvento del malvagio Impero, ma a molti, i più prudenti un pò spaventava l’idea di toccare una trilogia di culto che di fatto ha cambiato i canoni della fantascienza cinematografica e figliato personaggi che ormai sono parte dell’immaginario fantastico di milioni di spettatori e intere generazioni.
Bisogna ammettere che i timori erano giustificati perchè Lucas si lascia prendere la mano dalle nuove tecnologie che oltre che abbattere i costi gli permettono di sfogare molta della creatività frustrata a suo tempo da un progetto, parliamo del primo Star Wars, tanto travagliato che ne mise a rischio credibiltà e salute.
Se da una parte Lucas crea un prequel dai contenuti più adulti rispetto alla trilogia originale inserendo un credibile elemento politico nella narrazione, ma non trascurando naturalmente il lato action, dall’altra chi ha fruito a tempo debito della saga originale e ne conosce a fondo l’elemento mistico-avventuroso, si accorge che la mania da videogame ha contaminato irreparabilmente il nuovo Star Wars e a dimostrazione e di ciò la ILM di Lucas partorisce uno dei personaggi più fastidiosi di sempre, quel Ja Jar Binks generato per intero in CGI che avrebbe dovuto rappresentare la parentesi più easy e comedy della saga, quella dell’accoppiata C-3PO e R2-D2 tanto per intenderci, e che fallisce totalmente nel suo compito.
Intendiamoci con la prosecuzione degli episodi la scrittura si affina, gli accadimenti assumono connotati più intriganti, ma non si può non notare che non c’è genuinità nella sontuosa operazione nostalgia messa in piedi da Lucas che avrà un prevedibile successo commerciale, ma che per attrarre le nuove generazioni tradisce l’indimenticabile tratto vintage da space-opera che contraddistingueva la trilogia originale e così Buck Rogers e Flash Gordon lasciano spazio ad una sequela di meraviglie hi-tech che se pur entuisiasmando nel loro realismo, tracciano una marcata linea di separazione tra la trilogia originale e i nuovi prequel che inficiano inesorabilmente la nuova numerazione cronologica data alla saga.
Star Wars: Episodio 1-la minaccia fantasma resta uno spettacolare incipit per una trilogia dal prevedibile successo ai botteghini, ma la cui genesi non può che lasciare molto perplessi, mentre Peter Jackson con i suoi King Kong e Il Signore degli Anelli comprende l’efficacia di una miscellanea di tecniche per gli effetti speciali con i quali lo stesso Lucas aveva cambiato a suo tempo la fantascienza da grande schermo, quest’ultimo si facilita la vita con un’operazione videogame in netto contrasto con lo spirito della sua stessa creatura.
Note di produzione: planetario il successo di questo nuovo capitolo della saga lucasiana a fronte di un budget investito di 115 milioni di dollari il film ne incassò nel mondo oltre 920. Dedicato alla genesi di questa nuova trilogia vi segnaliamo la spassosa comedy Fanboys di Kyle Newman in cui un terzetto di cultori di Guerre Stellari tenta di rubare allo stesso Lucas la pellicola ancora inedita de La minaccia fantasma.