Selvaggi, recensione

Selvaggi []

Bebo (Ezio Greggio) è un famoso chirurgo plastico milanese che dopo aver scoperto la sua donna a letto con il suo migliore amico si ritrova su un charter a sorvolare i Caraibi diretto a casa. Sull’aereo Bebo incrocia la sua amica e fotografa Carlina (Monica Scattini) in compagnia di due splendide modelle, con lei per realizzare un esotico servizio fotografico.

Sul charter oltre a Bebo e Carlina anche l’impiegato delle poste Mario (Antonello Fassari) con sua moglie Cinzia (Cinzia Leone), il professore di geografia Luigi (Leo Gullotta) in vacanza con la sorella Marisa (Carmela Vincenti), Felice (Emilio Solfrizzi) un disoccupato di Bari e Jimmy (Franco Oppini) un animatore di vIllaggi turistici.

Dopo un guasto l’aereo è costretto ad un atterraggio d’emergenza su un un isolotto disabitato lontano dalle rotte commerciali, qui il gruppo di passeggeri, dopo la fuga del pilota con radio e scialuppa di salvataggio, si dovrà arrangiare e cercare di sopravvivere con quello che la natura gli offre.

Ben presto però la differenza di ceto sociale, idee politiche opposte e provenienza regionale, creeranno dissidi e furibonde liti, aggiungiamoci fame, paura e convivenza forzata, e la situazione si farà ben presto esplosiva.

I fratelli Vanzina fanno le prove generali del cinecocomero, stavolta prendono il peggio de L’isola dei famosi, lo miscelano con la solita analisi sociale all’acqua di rose, nord contro sud, ricchi contro poveri, e visto il clima politico dell’epoca sinistra contro berlusconiani.

Insomma una versione peggiorata del bagaglino su grande schermo, personaggi tagliati con l’accetta, battute che qua e là strappano qualche sorriso, una splendida location e le solite bellone da ornamento.

Il resto lo fa un copione che da ad ogni attore il suo solito personaggio ultrastereotipato al limite della macchietta, Greggio ò il ricco milanese snob, Fassari è lo stesso identico personaggio de I Cesaroni in salsa comunistoide, Gullotta è il rappresentante ufficiale del Bagaglino, la brava Cinzia Leone adatta il suo personaggio teatral-televisivo alla situazione.

Selvaggi non è ne meglio ne peggio degli altri lavori dei Vanzina, tutto rimane prevedibile, scontato, e di fattura palesemente televisiva. Non dico che non si rida, insomma ci sono molti comici di razza nel cast, ma questo non basta a trasformare il film in qualcosa di diverso dal solito cinepanettone, scusate cinecocomero, sfornato in serie.