Ritorno a Sarajevo: viaggio nella memoria

Una ragazza torna a casa dopo la guerra, sono passati dieci anni, un’eternità, e tra immagini di una città che continua a vivere nonostante i segni evidenti su strade e palazzi dei violenti bombardamenti, la sensazione che la guerra abbia irrimediabilmente rubato qualcosa alla sua infanzia si fa forte.

Ritorno a Sarajevo di Ena Granulo è un maliconico  viaggio per le strade di Sarajevo, alla ricerca di ricordi di un’infanzia perduta e di una città mai dimenticata. Il commento musicale nella prima parte è particolarmente azzeccato e sottolinea la  nostalgia e la dolcezza nell’osservare la propria città nel coraggioso tentativo di tornare a vivere.

Nella seconda parte, il voler ulteriormente sottolineare con troppa forza questa voglia di ricominciare, crea uno scollamento visivo estremo, da atmosfere rarefatte ad un montaggio frenetico e commento musicale troppo urlati, ma subito dopo tutto torna sui toni dell’incipit acuendo l’estraneità di quei pochi secondi che precedono l’ottimo epilogo.

I dialoghi scarni e limitati ad una voce fuoricampo hanno il giusto tono e la naturalità che serve a non scivolare in una pericolosa retorica pacifista che lascerebbe ben poco a chi guarda.

Un cortometraggio che va giudicato più per l’ottimo contenuto e per il messaggio che passa nitido, che per una tecnica che rimane ancora  troppo acerba.