Recensione: Nero

Nero è un cortometraggio della durata di dodici minuti, prodotto dai poco più che trentenni: Donato Arcella (regista e sceneggiatore), e Francesco Manfredi. Presentato a fine agosto nella sessione “Il Ritorno dei Corti viventi” al Pesaro Horror Fest, la pellicola ha riscosso un buon successo.

Nero…Altri colori si arrampicano sullo schermo, violenti ed anarchici. Il gesto pre-suicida si ripete in “loop” in ambienti sempre diversi, spesso degradati. Verrà premuto il grilletto? La telecamera indugia su alcuni particolari, tutti fanno riferimento alla persona: occhi, volti, sguardi persi nel nulla. La pistola passa di mano in mano, mentre alcune misteriose figure maschili iniziano a girare intorno ad una ragazza, come fanno i lupi in branco attorno ad una preda isolata ed impaurita. La morte è li, vicinissima ed incombente. S’intuisce la sua presenza ma non la si può toccare ne tantomeno contrastare.

A prendere il sopravvento nel caso di Nero è principalmente l’ influenza dei video-clip musicali. E’ normale quindi confrontarsi con un lavoro in cui i dialoghi sono inesistenti e la colonna sonora risulta incalzante e descrittiva, in assoluta sintonia con il “mood” delle immagini. Il racconto viene così quasi completamente lasciato alle immagini ed alle sensazioni che ogni spettatore riesce a trarne. Il risultato finale premia il coraggio e l’originalità della scelta.

Sicuramente si tratta di qualcosa di difficile catalogazione o fruizione, ma credo che lo scopo della produzione non sia stato quello di rendere Nero un prodotto definito o “pop”.