Recensione: Lissy principessa alla riscossa

Nel regno di Baviera la principessa Lissy vive la sua regale vita con il Kaiser Franz: la coppia si ama, ha un’ottima intesa (si divertono insieme andando a balli d’alta società, giocano a golf con palline di cioccolato e anche sessualmente sono molto attivi) e adora la quiete in cui vive.

Il problema maggiore, infatti, non contando il vecchio padre regnante con degli evidenti cali di memoria, è l’imperatrice madre, molto legata alle formalità del ruolo e molto vogliosa di riprovare carnali emozioni insieme al maresciallo capo.

Un giorno, però, la quiete viene interrotta da uno Yeti che, avendo fatto un patto con il diavolo (deve portarle la ragazza più bella del regno), rapisce Lissy. Il kaiser, la regina e il maresciallo, allora, si metteranno sulle tracce del mostro, che si rivelerà non essere poi così cattivo, per salvare la principessa e vivere felici e contenti.

Lissy principessa alla riscossa (Lissi und der wilde Kaiser) è un film d’animazione tedesco diretto da Michael Herbig, che si ispira ad Elisabetta Eugenia Amalia di Wittelsbach, conosciuta come la principessa Sissi, doppiato in Italia da Lorella Cuccarini, Sergio Lucchetti, Paolo Marchese, Marco Bresciani, Mino Caprio, Emanuela Rossi, Angelo Maggi, Luigi Ferraro.

Il film, che sin dall’inizio viene presentato come non americano, dopo qualche minuto, dimostra di non essere molto adatto, causa continui doppi sensi, ad un pubblico giovane, ma col tempo a parte alcune trovate simpatiche (la vecchietta usata come una sorta di navigatore satellitare per carrozze, la martellante ricerca dell’imperatrice madre di sedurre il maresciallo, i continui sbeffeggiamenti delle fiabe) a parte le allusioni sessuali, a causa di passaggi a vuoto (i personaggi di contorno della fuga dello yeti e Lissy e certe scenette, che non fanno più ridere nemmeno i bambini), non sembra nemmeno valido per un pubblico adulto.

Anche a livello grafico non tutto è all’altezza degli standard che i film d’oltreoceano ci hanno abituati ad avere: se i fondali sono belli, i personaggi al contrario non brillano per accuratezza (a parte uno straordinario yeti dai modi burberi e l’aspetto rozzo).

Concludendo: Lissy principessa alla riscossa non colpisce per innovazione, non sorprende per l’animazione e rimane una simpatica idea che, forse, se fosse stata trattata da coloro da cui il film prende le distanze (Pixar e Dreamworks), avrebbero riscosso più successo.