Recensione in anteprima: La verità è che non gli piaci abbastanza

Gigi (Ginnifer Goodwin) è una ragazza innamorata dell’amore, che s’illude che i ragazzi non la richiamino, per i motivi più disparati. A farle comprendere il mondo maschile ci pensa Alex (Justin Long), il gestore di un locale che le insegna un’amara verità:”Se gli uomini non ti vogliono è perché non gli piaci abbastanza”.

Gigi è il collante di una storia corale, ambientata a Baltimora, in cui si raccontano le situazioni sentimentali di un gruppo di giovani, tutti tra i venti e trent’anni, tutti con caratteristiche peculiari: c’è Mary (Drew Barrymore), la donna che cerca l’amore online, Anna (Scarlett Johansson) la mangiatrice di uomini, Janine (Jennifer Connelly) la donna infelice e tradita, Beth (Jennifer Aniston) la ragazza che vive con l’uomo perfetto, che vive nell’attesa della proposta di matrimonio da parte di Neil (Ben Affleck) il ragazzo che tutte vorrebbero, Conor (Kevin Connoly) l’uomo macchina del sesso, che non richiama dopo il primo appuntamento, e Ben (Bradley Cooper) il traditore.

La verità è che non gli piaci abbastanza (He’s Just Not That Into You) è una commedia romantica diretta da Ken Kwapis, che vuole spiegarealle ragazze, lungo due ore (estenuanti) di film, come evitare delusioni dal mondo maschile, ripercorrendo i luoghi comuni più frequenti in una relazione di coppia.

Il film, trasposizione cinematografica del libro scritto dagli autori di Sex and the City , Grag Behrendt e Liz Tuccillo, seppur zeppo di star hollywoodiane è a dir poco tedioso: le banali storie che vengono raccontate non decollano mai, non divertono, mancano di brio, di stimoli e di velocità. La lenta descrizione delle tragedie femminili, che porta all’inesorabile happy ending è scandito dalla suddivisione del film in capitoli.

Inizialmente l’unico problema è quello di ricollegare i nomi dei personaggi alle storie che stanno vivendo, ma col passare del tempo la situazione si fa più grave: ogni situazione appare già vista, noisosa (eccezion fatta per i commenti degli amici gay di Mary), ripetitiva (tradimenti e lamenti, delusioni e lamenti, inganni e lamenti), con tante parole (riflessioni su riflessioni su riflessioni) e poca azione.

Concludendo: la pecca più grande che si può trovare nel film è quello di aver voluto comprimere tante storie in un’unica opera, così da non approfondirne realmente nemmeno una, rimanendo in superficie, raccontando ciò che si vede e non l’universo che si nasconde realmente dietro alla frase La verità è che non gli piaci abbastanza.