Recensione: Impy Superstar missione lunapark

L’impresario Barnaby per ottenere i soldi degli sceicchi ed inaugurare così il suo luna park, promette loro di fornire il parco di un dinosauro. Purtroppo quello meccanico si rompe proprio davanti ai loro occhi. L’unico modo per poter avere ancora il finanziamento è trovare un dinosauro vero, che l’assistente dei magnati arabi, Miss Lee, sostiene trovarsi sull’isola di Hula Hula.

Sul quell’isola, Impy si appresta a festeggiare il suo compleanno: il piccolo dinosauro alato, che da un anno è diventato la mascotte del posto, ed è amato come un figlio dal professor Siebenstein e dalla tuttofare Piggy, nonché viziato dal bambino e da tutti gli altri animali parlanti che abitano l’isola, non vede l’ora di scoprire il suo regalo e mangiarsi la torta. La delusione arriva quanto prima: la sua torta viene mangiata dalla panda Baboo, colei che dovrebbe essere il suo regalo e dovrebbe diventare la sua sorellina.

Temendo di essere messo in secondo piano dall’arrivo della piccola Baboo, Impy si fa convincere dalle promesse di Barnaby, che gli assicura di poter diventare una grande star, è abbandona la sua casa per riuscire ad ottenere la fama che ha sempre desiderato. Il piccolo dinosauro si scontra ben presto con la dura realtà.

Impy Superstar Missione Luna Park (Urmel voll in Fahrt) è un film d’animazione per bambini, diretto da Reinhard Kloos e Holger Tappe, ispirato, come nel caso del suo predecessore Impy e il mistero dell’isola magica, dai personaggi dello scrittore Max Kruse.

Tenuto conto che il film non è fatto per un pubblico adulto e che quindi chi ha più di quattordici anni non può apprezzare, i pregi sono tanti: i personaggi sono tutti descritti semplicemente, facilmente comprensibili, divertenti e teneri (anche i cattivi non sono mai troppo cattivi, ma piuttosto buffi); i colori sono luminosi e le immagini, create in CGI, ben realizzate; la storia è semplice e scorrevole, particolarmente valida quando Impy lascia l’isola; le gag sono simpatiche, mai volgari con il cane Otto indubbio protagonista; la morale, fatta di solidarietà, amicizia e buoni sentimenti ben definita.

Concludendo: l’unica sbavatura di Impy Superstar è il doppiaggiodi uno degli sceicchi arabi, un pò troppo sardo (la voce è prestata dal cantante Marco Carta, di cui si può apprezzare la canzone nel finale, ma un pò meno la dizione), ma tutto sommato non è così fondamentale per la riuscita di un film che piacerà ai giovanissimi, che hanno ancora voglia di divertirsi con capitomboli, urli e bambinate.