Peter Fonda ci ha lasciato: Easy Rider simbolo di una generazione

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Peter Fonda in Easy Rider

Appena dopo il cinquantenario di Woodstock, scompare uno dei simboli di quella generazione, che proprio nel 1969 recitò nel cult Easy Rider: Peter Fonda muore a 79 anni, a Los Angeles. Insieme all’altro ribelle Dennis Hopper (morto 9 anni fa) e all’altro mostro sacro Jack Nickolson, Peter Fonda fu il protagonista di uno dei film simbolo della storia del cinema.

I Fonda sono una famiglia di attori, tutti molto reputati, figli del grande Henry Fonda, famiglia mista (anche italiana) tra le prime ad arrivare in America nel 1600. Peter vide proprio in Easy Rider il culmine della sua carriera, che dopo divenne sempre più rarefatta, fino a scomparire del tutto.

L’attore era malato da tempo, per un cancro ai polmoni, ed è scomparso a causa di complicazioni respiratorie per colpa della malattia.

La carriera

Peter Fonda era fratello di Jane Fonda, padre di Bridget, e simbolo della controcultura degli anni 70, dopo aver recitato però negli anni 60 in film che stentavano ancora a rappresentare dei simboli della nuova generazione.

Ma il film che gli ha dato la notorietà è stato anche quello che lo ha portato a fermarsi, per quasi più di dieci anni.

È stato il suo film più importante, anche se la metà della carriera è venuta dopo, e non è stata così sfavillante. Simbolo della controcultura, ricominciò a recitare nell’81, quando la controcultura stava ormai diventando commerciale, e gli hippie più un fenomeno di massa, che una forza innovativa.

Le sue ultime apparizioni lo hanno visto in campo contro Donald Trump. L’inizio della sua carriera fu nel 1961, quando esordì però a Broadway. Poi, ne 1963, ecco Hollywood, nel film Tammy and the Doctor e in The Victors.

Prima dell’esplosione con Easy Rider vinse due Golden Globe, ed ebbe due nomination all’Oscar e una agli Emmy. Ma Easy Rider fu il punto di svolta non solo per Fonda, ma per l’intero cinema, che vide per la prima volta la cultura hippie nelle sale.

Fonda confessò che i produttori odiarono sia lui che Dennis Hopper, ma non Jack Nicholson, e forse questo fu il motivo dello stop alla sua carriera.

Raccontando la sua vita, Fonda descrisse quel periodo, con i produttori contro per una presunta rivoluzione giacobina che i due attori volevano iniziare. Le case cinematografiche ebbero paura, ma la rivoluzione era già in atto, e i due la potevano solo descrivere.