Vincent: vita da freak

La mitologia burtoniana si dipana in questi sei minuti scarsi, da non perdere, perchè questo Vincent, cortometraggio di Tim Burton datato 1982 contiene in se tutta l’essenza dark e goticheggiante di questo tenebroso Peter pan.

Già dalle prime immagini si intuisce che la tecnica usata, lo Stop motion,o animazione a passo uno, tecnica ormai obsoleta, ma carica di suggestioni e fascino che ha in  Ray Harryhausen e in capolavori come King Kong (1933) o Il risveglio del dinosauro (1953) il picco di qualità tecnica e artistica , riesce a trasmettere quell’atmosfera da romanzo gotico che una tecnica d’animazione più tradizionale non riuscirebbe a fare. e cosa più importante, nella versione originale è lo stesso Vincent Price, la voce narrante.

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Il Dubai Film Festival

Da oggi e fino al 18 dicembre si svolge il Dubai Film Festival che, anche per questa quinta edizione, punta sui grandi nomi per avere maggiore eco.

Sarà, infatti, W di Oliver Stone ad aprire la manifestazione. Saranno presenti il regista ed Elizabeth Banks, che nel film interpreta il ruolo di Laura Bush. Stone, comunque, non è nuovo al festival di Dubai: qui aveva già presentato World Trade Center.

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Gianni Amelio è il nuovo direttore del Torino Film Festival

Dopo l’uscita di scena di Nanni Moretti, il Torino Film Festival ha trovato il nuovo direttore: tra una lista di papabili cineasti composta da Gabriele Salvatores, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Davide Ferrario, Roberto Benigni e Gianni Amelio, alla fine l’ha spuntata quest’ultimo. In una nota del Festival si legge:

Amelio ha accettato l’invito ad assumere la direzione del Torino Film Festival che gli è stato rivolto dal Museo Nazionale del Cinema, d’intesa con l’Associazione Cinema Giovani. Con la sua direzione proseguirà l’opera di consolidamento d’immagine del Torino Film Festival avviata con il generoso apporto di Moretti. Il contributo personale che Gianni Amelio saprà dare non mancherà di rafforzarne l’impegno a sostengo del nuovo cinema e dei nuovi talenti che costituiscono la ragion d’essere di questa manifestazione

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Sequel novità per Twilight, James Bond, L’ultimo Bacio, Jason Bourne, Io sono leggenda e Jurassik Park

Tantissime novità arrivano sia dall’America che dall’Italia e riguardano i sequel dei passati blockbuster e non solo. Come sempre, cominciamo subito con il sequel de L’ultimo bacio: Stefano Accorsi conferma la sua presenza in Baciami ancora e rivela: “E’ un progetto bellissimo, personalmente non ho esitato un solo istante ad accettare. Ho già incontrato Gabriele, che adesso è particolarmente ispirato e tutto preso dalla sceneggiatura del film, e mi ha anticipato alcune cose della trama che mi piacciono moltissimo e come ritroveremo i protagonisti, che adesso sono quarantenni“. Ora bisognerà attendere l’ok dal resto del cast.

Mentre per New Moon, il seguito di Twilight si cerca il sucessore di Catherine Hardwicke e il rumor vorrebbe Chris Weitz nuovo regista, vista la sua esperienza con le commedie giovanilistiche, pare che Daniel Craig non voglia più vestire i panni di James Bond, o almeno non per continuare le storie raccontate nei primi due 007 in cui è stato protagonista.

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Los Angeles Film Critics Association Awards: vince Wall-E

Anche oggi vi parliamo di premiazioni: sono stati comunicati oggi i LAFCA (Los Angeles Film Critcs Association) 2009. I riconoscimenti, che sono utili a tastare le preferenze della giuria in vista degli Oscar 2009, hanno visto trionfare Wall-E come miglior film dell’anno e Danny Boyle come miglior regista. Niente da fare per Gomorra, come film straniero: al film di Garrone è stato preferito Still Life.

Sembrano molto indicativi i riconoscimenti per i migliori attori: Sean Penn è stato definito il miglior protagonista e Sally Hawkins il suo corrispettivo al femminile, mentre Heath Ledger ha vinto il premio postumo come non protagonista de Il cavaliere Oscuro. Nuovamente premiata per Vicky Cristina Barcelona (ma anche per Elegy), Penelope Cruz.

In vista degli oscar, infine, sembra cosa fatta per Man on Wire come miglior documentario. Vediamo insieme tutti i premiati:

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Recensione in anteprima: La Duchessa

Inghilterra 1774, la bellissima e giovane Duchessa Lady Giorgiana Spencer (Keira Knightley), ormai in età da matrimonio convola a nozze con il Duca del Devonshire William Cavendish (Ralph Fiennes), lei diventa l’idolo della nazione, affascina per stile ed eleganza e fa, come si direbbe oggi, Tendenza, lui Si scopre gelido consorte con problemi psicologici notevoli, seguono le classiche diatribe coniugali ed eredi maschi che non arrivano.

La vita matrimoniale tanto sognata ed idealizzata si rivela vera delusione per la giovane Duchessa, scoprendo che l’amante del marito, è la sua amica e confidente Lady Bess Foster (Hayley Atwell) che lei stessa ha portato in casa sua. Il menage a trois tipico dell’epoca va stretto all’anticonformista donzella che vendicativa si scopre infatuata del Conte Charles Grey (Dominic Cooper), a cui però rinuncerà per amore filiale. Il finale lo lasciamo scoprire a voi, aggiungiamo solo nulla di nuovo sotto il sole d’Inghilterra.

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Cinepanettoni parte I: le origini

Il cinepanettone non è un’opinione, ma un fenomeno di costume. Il fenomeno, che è culminato con il conio di un termine apposito per la sua stessa definizione, nasce nel lontano 1983. Cosa si intende per cinepanettone?

Trattasi fondamentalmente dei film natalizi che la coppia Boldi-De Sica ci regala da tempo immemore; il loro connubio, consacrato da anni di collaborazione e recentemente sciolto, scioglimento che ha causato il cordoglio di molti e l’indifferenza dei più, ha dato vita a questo nuovo genere, nato con l’ancestrale Vacanze di Natale del 1983.

Il termine, nato più tardi, indica più che un genere, una formula estremamente ripetitiva di trama, accompagnata dall‘onnipresenza dei protagonisti e da incassi importanti al botteghino nelle sale di tutta Italia.

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Gabriele Salvatores: cineasta da romanzo

Prima di dare fondo alle notizie, e sono molte, raccolte per questa monografia, spendiamo due parole per uno dei più originali e spiazzanti registi italiani, Gabriele Salvatores, che con il suo Mediterraneo, ha rappresentato l’Italia nel mondo accaparrandosi un Oscar, ma non si è mai adagiato sul filone che lo ha così tanto gratificato, non ha soffiato su un fuoco per goderne fino all’ultimo il calore creativo, ma ha rischiato, esplorato, sperimentato generi, concetti, suggestioni, a volte con risultati discutibili, ma mai risultando banale, mai propinandoci una minestra riscaldata e in tempi pre-Gomorra, artisticamente aridi, ogni suo film innescava nuove domande, esplorava nuove strade, sempre con un’impronta registica immediatamente riconoscibile.

Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio del 1950, ma è Milano dove si trasferisce giovanissimo che lo forgia artisticamente, diploma al liceo Beccaria e poi il teatro, palestra di  anima e concetto, e Salvatores prima si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro, poi cresciuto e artisticamente maturo fonda il Teatro dell’Elfo è il 1972, dove saggia le sue capacità, dirigendo diversi spettacoli, che per contenuti e concezione visiva venivano allora definiti d’avanguardia, un’esperienza che porterà avanti fino al 1989.

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Scott Derrickson: Ultimatum ad Hollywood

Scott Derrickson è uno di quei registi poco conosciuti, ma dotato di una tecnica notevole nonchè di una predisposizione registica per il fantastico, genere in questo caso inteso nel più ampio significato possibile toccando cioè tutti i generi che ad esso si legano o che ne sono debitori, come l’Horror, il thriller sovrannaturale, o la fantascienza.

nel suo curriculum scolastico abbiamo  studi  di teologia, comunicazione e cinema presso la Biola university in California, seguiti da un master presso la USC School of Cinematic Arts, il suo esordio dietro la macchina da presa è con il cortometraggio Love the ruins, in veste oltre che di regista anche di produttore e sceneggiatore, e in questa tripla veste lo si vedrà in molti suoi lavori a testimoniare una totale e professionale preparazione che lo contraddistingue.

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Incassi al botteghino: ancora Twilight in Italia, ancora Four Christmases in USA

Nel weekend del 5-7 dicembre, non cambiano sostanzialmente le classifiche degli incassi al botteghino in Italia e in America: in USA domina sempre Four Christmases, con un non esaltante guadagno di oltre sedici milioni di dollari. Alle sue spalle Twilight riconquista la seconda posizione scavalcando Bolt, che rimane saldamente al terzo posto, davanti ad Australia, che passa dal quinto al quarto posto, invertendosi con Quantum of solace, ma non convincendo il grande pubblico (ad oggi ha incassato trenta milioni di dollari, cinque in più di Transporter 3, trenta in meno di Role Models).

Per concludere il quadro dei risultati americani, bisogna sottolineare il tiepido riscontro che ha avuto The Punisher: War Zone, che ha incassato solo quattro milioni e spicci (con una media di 1.703 Dollari a sala). Bene, invece, Cadillac Records che, seppur sia uscito in sole 686 copie, sfiora i tre milioni e mezzo, risultando, della top ten, quello con l’incasso medio più alto (5.023 Dollari di media a sala).

In Italia, svetta ancora una volta davanti a tutti Twilight, che con il milione e centomila guadagnati questa settimana sorpassa in un colpo solo Mamma Mia e High School Musical 3 nei maggiori introiti dell’anno, piazzandosi, con 9.556.998 Euro, alle spalle dei soli Kung Fu Panda ed Hancock. Buon esordio per Saw V, che supera il milione di Euro, che, seppur venga distribuito in 272 copie (132 in meno del film dei giovani vampiri e 170 in meno di Bolt), si piazza in seconda posizione, proprio davanti al cartone della Disney. Scende in quarta posizione Nessuna Verità, mentre sale in quinta, Solo un padre.

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Successo per il cinema italiano in Turchia e vittoria a Norimberga

Non solo Gomorra: il cinema italiano continua a ricevere apprezzamenti nel mondo, a dimostrazione, che la nostra cinematografia sia ripartita, seppur con tantissime difficoltà. E’ di questi giorni la notizia del grande consenso che ha ottenuto Il Festival del Cinema Italiano ad Istambul e la vittoria di un cortometraggio italiano a Norimberga.

Andiamo con ordine: al festival organizzato da MedFilm Festival e l’Istituto Italiano di Cultura, nella capitale turca, sono stati molto apprezzati i film proiettati dal 29 novembre al 7 dicembre. Gli spettatori, che hanno invaso le sale, hanno giudicato, attraverso schede di valutazione, come film più belli Pa-ra-da, di Marco Pontecorvo e Tutta la vita davanti di Paolo Virzì.

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Recensione: La felicità porta fortuna-Happy go lucky

Pauline, Poppy per gli amici, è una maestra elementare. circondata da amiche che le vogliono bene, e dai suoi adorati bambini. Pauline grazie al suo fare gioioso e coinvolgente affronta la vita di tutti i giorni con grande ottimismo, seguiamo le sue vicissitudini quotidiane, tra lezioni di flamenco, esilaranti lezioni di guida e serate tra amiche e pub, tutto immensamente e pienamente goduto con la sua passione per la vita che colora anche la più grigia delle giornate, le piccole difficoltà quotidiane affrontate con il coraggio e l’ingenuità di una bambina stupita, una trentenne con una meravigliosa sindrome di Peter pan, o di Campanellino in questo caso, non si può non volerle bene, non  si può, non innamorarsi un pò di lei.

Mike leigh, (il segreto di Vera Drake) ci aveva già ampiamente dimostrato la sua abilità nel tratteggiare la vita della periferia londinese, dei sobborghi, vita vissuta di gente comune, senza timore di affrontare temi ostici e scomodi, per mostrare come l’ambiente che ci circonda ci plasma e ci influenza, nella vita come nelle scelte, l’aveva fatto con il tocco leggero di una regia didascalica, ma pregna di suggestioni visive, sempre sul filo del melò, tra passioni, drammi e voglia di fuga.

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