Oscar 2011, Miglior cortometraggio documentario: chi vincerà?

Ancora un appuntamento con i nominati ai prossimi Oscar 2011, restiamo in ambito cortometraggi dedicandoci quest’oggi alla categoria documentari con la consueta conquina di candidati, che anche quest’anno presenta in corsa opere di notevole spessore.

Iniziamo con Killing in the name di Jed Rothstein che riporta la straziante testimonianza di una delle molte vittime musulmane del terrorismo, il giorno più felice della vita di Ashraf viene trasformato in un incubo da un terrorista di Al-Qaeda che si fa esplodere uccidendo il padre e altri 26 membri della famiglia di Ashraf, Rothstein ci accompagna attraverso testimonianze reali in un viaggio allucinante all’interno dei meccanismi che innescano la follia del fanatismo religioso.

Ancora la guerra in Medio Oriente al centro del corto Poster Girl di Sara Neeson, drammatica testimonianza della devastazione psicologica che il conflitto iracheno ha inflitto a molti soldati tornati negli States con sintomi da Disturbo post-traumatico da stress (PTSD) che ne segnano ancora oggi il quotidiano.

Terza nomination per Strangers no more diretto a quattro a mani Karen Goodman e Kirk Simon, i due cineasti con all’attivo già quattro nomination agli Oscar e tre vittorie agli Emmy, stavolta si fanno portavoce degli alunni di una scuola di Tel Aviv, la Bialik-Rogozin School, provenienti da 48 paesi diversi e con background totalmente differenti, che raccontano il loro disagio e la lotta quotidiana per ambientarsi in un paese estraneo scosso da un eterno conflitto.

La quarta candidatura di quest’anno va alla giornalista e scrittrice Jennifer Redbeam che con il suo Sun come up pone l’accento sulla controversa tematica del surriscaldamento globale, mostrandone gli effetti disastrosi che stanno minando stabilità ed ecosistema delle Carteret island in Papua Nuova Guinea.

Chiudiamo la cinquina di nominati con The Warriors of Qiugang, i filmakers e documentaristi Ruby Yang e Thomas F. Lennon, già premiati con un Oscar nel 2007 per il corto The Blood of Yingzhou District in cui raccontavano del flagello dell’AIDS nei villaggi dell’entroterra cinese, tornano in Cina per testimoniare la lotta e la vittoria di un intero villaggio contro tre stabilimenti chimici che ne stavano sistematicamente avvelenando terreni e riserve idriche.