La doppia ora, recensione

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Sonia e Guido (Ksenia Rappoport e Filippo Timi), lei è una donna delle pulizie in un albergo, ferita dall’abbandono del padre che ne ha minato inesorabilmente il rapporto con l’altro sesso e una vita sociale praticamente inesistente, lui è un ex-poliziotto che sbarca il lunario come sorvegliante di una lussuosa villa fuori città, l’incontro galeotto ad uno speed-date, lui è un habituè,  lei nuova all’edulcorato gioco delle parti tenta l’ennesima carta.

Tra i due è subito chimica, si piacciono, si studiano quel tanto che basta a percepire il nascere di un sentimento, seguirà un week-end romantico nella villa sorvegliata da Guido, purtroppo durante il soggiorno un  gruppetto di rapinatori armati li aggredisce, e mentre tentano di violentare lei, lui reagisce e rimane ucciso, mentre Sonia ferita alla testa sopravvive.

Seguiranno elaborazione del lutt0, sensi di colpa, strane visioni, inquietanti presenze, e la manifestazione sovrannaturale delll’amato Guido che porterà a dei risvolti e a delle conseguenze davvero inaspettati.

Il regista Giuseppe Capotondi sforna un bel thriller sovrannaturale sorprendendo un pò tutti, visto che il genere in Italia oltre ad essere poco visitato, negli ultimi anni ha figliato parecchi flop. Senza scomodare l’horror che affonda le proprie radici in altri ambiti, qui si punta sul noir, caratterizzando molto bene i due protagonisti, il loro percorso durante il film intriga chi guarda e accompagna lo spettatore in furbi ed efficaci escamotage tensivi e suggestive sequenze oniriche, attraverso un rompicapo narrativo complesso e veramente ben congegnato.

Piccoli peccati veniali costellano una sceneggiatura finalmente conivolgente e ben costruita che miscela sapientemente intrattenimento e cinema d’autore, come ad esempio le caratterizzazioni troppo urlate di alcuni personaggi secondari, vedi ad esempio il ciente dell’albergo e corteggiatore di Sonia.

Superati i primi fisiologici minuti di smarrimento necessari a capire la direzione intrapresa dal regista, il resto è ottimo cinema di genere, ben coadiuvato da una tecnica notevole, una messinscena equilibrata e due talentuosi ed efficaci protagonisti.