Che pasticcio Bridget Jones!, recensione

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E’ un mese che la cenerentola Bridget Jones (Renee Zellweger) ha accalappiato non senza qualche difficoltà il suo principe azzurro, anche se sembra proprio che Mark (Colin Firth) abbia qualche difficoltà a fare a Bridget la proposta di una vita, mentre l’orologio biologico della donna corre all’impazzata.

Mettiamoci anche che la vita di coppia è ancor più dura quando si ha pochissima stima di sè che figlia una gelosia compulsiva che insinuandosi nella relazione rischia di minarne inesorabilmente l’equilibrio, vedi nuova assistente di Mark, dolce, graziosa e dal perfetto e chilometrico stacco di gamba.

La lontananza dal partner, e un tragicomico viaggio esotico che la vedrà affiancata dal suo capo Daniel Clever (Hugh Grant) più affascinante, sfacciato e cinico che mai, porterà Bridget a riflettere su se stessa e sulle sue priorità scegliendo ancora una volta Mark e imbarcandosi sul primo aereo per tornare alla relazione che tanto faticosamente si è guadagnata.

Purtroppo il rientro in patria avrà qualche conseguenza, come un arresto per possesso di droga, fortuna che il suo principe azzurro è anche un abile avvocato che oltre che a farla scarcerare, la porterà all’altare con un happy end da maunale.

Dopo il riuscito e  spassoso Il diario di Bridget Jones proseguono le avventure romantico-letterarie della goffa, ma simpaticissima Bridget, adattando il secondo romanzo della scrittrice inglese Helen Fielding, cast confermato e nuova regista, la Beeban Kidron della divertente comedy en travestì A Wong Foo, grazie di tutto! Julia Newmar.

Purtroppo come ogni sequel, anche questo cade nella tentazione di abusare del successo del predecessore, e in questo caso anche dei clichè tipici del romance, che se nel primo film avevano un deliziosa connotazione tra il cinico e l’ironico, qui si trasformano in una sorta di edulcorata favola che va ben oltre l’immaginabile, sconfinando nella fiaba romance sin troppo zuccherosa.

Naturalmente non mancano le gag riuscite, una Zellweger davvero a proprio agio nei panni della sfigatissima eroina romance dalle armi seduttive decisamente spuntate, però si avverte un voler semplificarsi la vita con qualche scorciatoia di troppo, non rileggento al meglio i clichè del genere come nel primo film, assestandosi così sul divertente, ma non troppo, sul simpatico, ma non travolgente.