Bastardi senza gloria, recensione in anteprima

locandina-italiana-di-bastardi-senza-gloria-121138 [] Finalmente dopo tanta attesa ecco il nuovo lavoro di Tarantino, bisogna ammettere ancora una volta che questo regista affronta il genere cinematografico con un piglio e una passione  percepibili in ogni singola sequenza e ad ogni battuta, ogni minuzioso particolare è un frammento del suo sanguigno immaginario cinematografico.

La musica che pesca a piene mani nel cinema di genere, la violenza, stavolta più contenuta, ma sempre efficace che esplode feroce come nel migliore dei B-movie, e i dialoghi, una peculiarità tutta tarantiniana, che diventano colonna portante della storia, mai come in questo caso, e una scusa per giocare con lo spettatore e con se stesso.

La trama va doverosamente descritta a grandi linee per non rovinare la visione, il film ha un cuore molto semplice e lineare, poi la narrazione assume i connotati tipici del regista che la trasforma a sua immagine, giocando con gli intrecci temporali e la sovrapposizione degli eventi, il tutto condito con la consueta suddivisione in capitoli e da personaggi che alla fine confluiranno tutti nell’esplosivo e folle finale.

Nella Francia occupata dai nazisti, Shosanna Dreyfus (Melanie Laurent), una giovane ragazza ebrea, sfugge fortunosamente allo sterminio della sua famiglia di cui è responsabile lo spietato colonnello delle SS Hans Landa (Christoph Waltz). La sua rocambolesca fuga termina a Parigi dove grazie ad una nuova identità inizia una nuova vita non dimenticando però il passato.

Frattanto in Europa il tenente Aldo Raine (Brad Pitt) sta reclutando ed addestrando una squadra di soldati ebrei pronti a tutto pur di portare a casa  qualche scalpo nazista. La squadra in missione verrà assistita dalla spia Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger), attrice tedesca che aiuterà gli alleati a portare a termine una missione impossibile, eliminare il leader del Terzo Reich.

Bastardi senza gloria, non è sicuramente il miglior film di Tarantino, l’ombra di Pulp Fiction rimane indelebile, ha molti pregi, ma anche difetti tipici di un regista che tutti continuano a prendere troppo sul serio, nonostante egli stesso ribadisca, film dopo film, il suo essere prima spettatore e appassionato di cinema e solo in un secondo momento cineasta.

Mentre alcuni critici dopo Cannes lo accusavano di aver fatto un film di guerra poco realistico, lui si era divertito un mondo ad abbozzare i suoi personaggi privandoli volontariamente di qualsivoglia spessore, da Brad Pitt con il suo tenente ingrugnato al mellifluo e luciferino colonnello Landa, sicuramente il più curato dei protagonisti, un gelido mostro con la classe e il fascino di un gentleman d’altri tempi.

Stavolta Tarantino sfida pubblico e critica ad entrare a piè pari nel suo mondo e giocare con le sue regole, da una parte gli spettatori più irriducibili che ancora attendono un Pulp Fiction 2 che non verrà mai, dall’altra la critica divisa tra feroci detrattori che non sopportano che uno spettatore tanto appassionato e sin troppo entusiasta si diverta troppo, e i troppo entusiasti che lasciano che la passione travalichi il loro giudizio, sorvolando sul fatto che il film non privo di evidenti difetti di fruibilità potrebbe anche non piacere a qualcuno.

Bastardi senza gloria rimane nel bene e nel male un gran film, forse eccessivamente lungo, sembra che si stia ipotizzando la malsana idea di tagliarlo, che sfiderà non poco la pazienza degli spettatori piu irrequieti, ma che comunque regalerà emozioni forti, l’importante è, come già ribadito, non prendere troppo sul serio un regista che si diverte da matti a fare il suo cinema, e che non ha mai preteso una scomoda e a volte ingombrante veste autoriale affibiatagli suo malgrado e che gli va sempre più stretta.