B-cult, L’orca assassina

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Sono passati tre anni dal cult di Steven Spielberg Lo squalo e il regista Michael Anderson, all’attivo l’avventuroso Il giro del mondo in 80 giorni (1956) e il cult sci-fi La fuga di Logan (1976), ne ripercorre le orme adattando un romanzo di Arthur Herzog, e sostituendo il feroce predatore di Spielberg con una gigantesca e vendicativa orca marina.

L’orca assassina scritto e prodotto dal nostro Luciano Vincenzoni (Il buono il brutto e il cattivo, Codice Magnum) e distribuito da Dino De Laurentiis fresco di remake da beast-movie con il suo King Kong, vede coinvolto un cast d’alto profilo con un Richard Harris vecchio lupo di mare e novello Achab, e Charlotte Rampling coscienza ambientalista del film nella parte di un’etologa. Nel film compare anche il sex-symbol Bo Derek.

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La storia vede il capitano Nola (Harris) uccidere un esemplare femmina di orca in procinto di dare alla luce la sua prole, il vendicativo maschio dell’orca di fronte alla morte della sua compagna e del nascituro inizierà un duello all’ultimo sangue con il pescatore, che intende a sua volta catturare l’orca per venderla ad un acquario.

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Il film non ebbe grande successo ai botteghini, ma grazie alla distribuzione in home-video ad oggi vanta un certo seguito da parte di un folto gruppo di fan del cosiddetto filone eco-horror, grazie ad alcune scene ad alto contenuto di gore, e una confezione d’alto profilo che permette al film di essere ancora oggi molto godibile. La colonna sonora è ad opera del maestro Ennio Morricone.

Da rivalutare perchè: per riscoprire uno dei capostipiti del genere beast-movie erroneamente sottovalutato.