The Others, recensione

Inghilterra 1945, alla fine della seconda guerra mondiale sull’isola di Jersey, situata nella Manica, vive in una grande villa Grace Stewart (Nicole Kidman) che accudisce i suoi due figli Anna e Nicholas in perenne attesa che giungano notizie del marito, soldato disperso in battaglia e di cui non ha notizie ormai da mesi. Grace deve fare molta attenzione ai suoi due figli affetti entrambi da una rarissima forma di allergia congenita, un’accidentale esposizione della loro pelle alla luce del sole comporterebbe terribili e dolorosissime conseguenze.

Un giorno come tanti in cui Grace attende notizie del marito alla sua porta bussano tre domestici, un’anziana governante, un vecchio giardiniere e una giovane cameriera muta, che le raccontano di aver già lavorato nella casa e di averla dovuto abbandonare a causa di un’epidemia di tubercolosi, nonostante Grace abbia notato qualcosa di strano nei tre, il bisogno di una mano nel gestire una casa così grande avrà il sopravvento e i tre saranno assunti.

Durante i primi giorni Grace spiega ai nuovi arrivati alcune semplici, ma importantissime regole da seguire, la prima è che i suoi figli non devono per alcuna ragione essere esposti alla luce del sole e la seconda, piuttosto strana ed inquietante e che una volta varcata la soglia di ogni singola porta della casa, prima di poterne aprire un’altra, l’ultima dovrà essere sempre chiusa a chiave.

La convivenza non sembra incontrare grosse difficoltà, anche se la padrona di casa è piuttosto rigida e iperprotettiva nei confronti dei suoi figli che praticamente vivono da reclusi. L’arrivo dei tre nuovi coinquilini però porterà anche una strana ed inquietante serie di accadimenti, episodi che porteranno Grace a pensare che in quella casa insieme a lei, ai figli e ai nuovi domestici dimori qualcun’altro, forse una presenza sovrannaturale.

Il regista Alejandro Amenabar, nel curriculum il biografico Agora e i thriller Tesis e Apri gli occhi, quest’ultimo riproposto in versione remake nel Vanilla Sky con Tom Cruise, confeziona un gioiello da brividi paragonabile non solo per meccanismi narrativi, ma anche per atmosfere che pescano dal classico filone ghost-story, al memorabile Il sesto senso di Shyamalan, con l’aggiunta in questo caso di suggestioni all’insegna del gotico e una grande performance della Kidman, elementi che fanno di The Others uno dei migliori thriller a sfondo sovrannaturale di sempre.

Note di produzione: il film ispirato in parte al racconto Il giro di vite di Henry James in patria ha vinto 8 premi Goya: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia e miglior sonoro