Romanzo di una strage, recensione in anteprima

Milano 12 dicembre 1969, la deflagrazione di una serie bombe di quello che sembra a prima vista un altro attentato a scopo dimostrativo messo in atto dagli anarchici, stavolta va oltre mietendo 17 morti e ferendo gravemente altre 88 persone tutte presenti all’interno della sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Dopo il fermo di alcuni volti noti dell’ambiente politico milanese di matrice anarchica tra cui Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), il commissario Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea) si troverà di fronte ad un’ambigua evoluzione delle indagini, strani suicidi, testimoni imboccati e connessioni volutamente ignorate con movimenti di destra collusi con poteri economici e statali. Purtroppo ancora oggi, dopo trentatrè anni di processi, quella che viene definita come la strage di piazza Fontana non ha ancora nessun colpevole è resta un delle pagine nere della storia italiana, che fungerà da preambolo alla cieca violenza degli Anni di piombo.

Il regista Marco Tullio Giordana porta su grande schermo la cronaca di quella che resta ad oggi uno degli episodi più rappresentativi, insieme all’uccisione di Aldo Moro, degli anni più bui del nostro paese, anni in cu democrazia e giustizia latitavano e dove la politica, da qualunque parte la si voglia guardare, diventò una mera scusa per violenza, insabbiamenti e troppe vittime innocenti sacrificate in nome di ideologie distorte, potere e menti labili.

Romanzo di una strage grazie ad un cast di altissimo profilo e una scrittura sorprendentemente fluida considerando la mole di fatti, teorie e testimonianze messe in scena si rivela un’opera solida,  confezionata con rigore e sviluppata da Giordana con la stessa cura per la drammatizzazione sfoggiata nel buon Pasolini, un delitto italiano.

L’unica pecca l’abbiamo individuata nella performance del Moro di Fabrizio Gifuni pericolosamente vicino ad un’imitazione più che ad un interpretazione, anche se nel complesso l’intero cast da Mastandrea a Pierfrancesco Favino lascia il segno.

Nelle sale a partire dal 30 marzo 2012

Note di produzione: nel cast figurano anche Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti, Giorgio Tirabassi, Francesco Salvi e Luca Zingaretti. Dopo 33 anni di processi tutti gli imputati sono stati assolti e alle famiglie delle vittime sono state chieste le spese processuali. Il film, co-prodotto da Cattleya e Rai Cinema, è liberamente tratto dal libro Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli.