La prima cosa bella, recensione

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L’approssimarsi della morte della combattiva e solare Anna (Stefania Sandrelli) porterà Bruno (Valerio Mastandrea) il figlio, al capezzale della madre per una inarrestabile cavalcata nei ricordi, indietro nel tempo sino ad una Italia e ad una Livorno anni ’70, dove Bruno e la sorella Valeria (Claudia Pandolfi) assistono alle peripezie della madre (Micaela Ramazzzotti) cacciata di casa da un marito geloso, costretta ad un lungo peregrinare, figli al seguito, rincorrendo un sogno fragile come cristallo.

Paolo Virzì è un regista che ama filtrare ricordi e suggestioni con una certa nostalgia, rimaneggiandoli nel puro stile della commedia all’italiana, mai così classica e malinconica come in questo caso, un regista che  non ha certo  bisogno di conferme, e che nonostante qualche scivolone, ci aveva già convinto con il suo caotico e sferzante Tutta la vita davanti, senza tralasciare incursioni più ardite come l’intrigante N (io e Napoleone).

Quindi che ci trovassimo di fronte ad un film perlomeno godibile era quantomai scontato, ma qui si va un tantinello oltre, perchè per chi ha amato la commedia all’italiana, quella vera non quella millantata dei cinepanettoni, non potrà non scorgerne frammenti e posture tipiche di personaggi tanto malinconici quanto amari, ma con un gran cuore da ostentare, e con in fondo un gran bisogno d’amore.

Esteticamente La prima cosa bella è un gioiello, sia per la fotografia sia per la leggerezza nel narrare visivamente le suggestioni di un’epoca senza manicheismi soap da fiction di ultima generazione, un plauso a Valerio Mastrandrea un attore che ha saputo crescere rischiando e schivando  ruoli che lo avrebbero fossilizzato nella caratterizzazione di perenne Romano de Roma, vedi il collega Claudio Amendola, portando alla luce col tempo un’ironia assolutamente istintiva, ed una romanità sorniona e sagace, naturalmente in questo frangente coadiuvato da una vitale Stefania Sandrelli che negli anni ha assorbito a massicce dosi, e per osmosi grande cinema e grandi autori.

La prima cosa bella sfoggia il tocco leggero dell’amarcord e la freschezza di una Livorno da memorabilia, e in tutto questo talentuoso baillame riescono a non sfigurare neanche Claudia Pandolfi e Micaela Ramazzotti, non esattamente interpreti memorabili, nonostante la Ramazzotti sia un’attrice che di spontaneità e romanità ha saputo far virtù, vedi il Nastro d’Argento per Questione di cuore della Archibugi.