Killshot, recensione

Armand Degas (Mickey Rourke), un killer prezzolato di origini pellerossa conosciuto come Blackbird,  lavora con i suoi due fratelli per il crimine organizzato, dopo un lavoro di pulizia in un ospedale finito male, con uno dei fratelli finito in carcere a vita e il più piccolo con un biglietto di sola andata per l’obitorio, Bird si ritrova ad eseguire un ultimo lavoro per l’ambizioso genero di un malavitoso che lo ingaggia per eliminare il suocero e prenderne il posto. Bird eseguirà il lavoro, ma nel farlo ucciderà anche una ragazza di proprietà del mandante dell’omicidio, il che creerà qualche spiacevole conseguenza, tra cui niente soldi e una taglia sulla testa per Bird che in cerca di denaro finirà per far coppia con un teppistello psicopatico dal grilletto facile (Joseph-Gordon Levitt) che intende ricattare il titolare di un’agenzia immobilare.

Per Bird anche quest’ultimo lavoro si rivelerà un vero disastro, l’estorsione finirà in malora con una coppia di coniugi, Wayne e Carmen Consol (Thomas Jane e Diane Lane), che avranno la sfortuna di aver visto in faccia Bird che ha un’unica insindacabile regola che applica con il rigore di un monaco buddista in meditazione, nessun testimone, specialmente se i testimoni in questione finiscono in un programma protezione testimoni dell’FBI.

Il travagliatissimo Killshot, pellicola congelata dai fratelli Weinstein per quasi due anni, si rivela un ibrido figlio di troppi compromessi, a partire dalla scelta del regista John Madden (Shakeaspeare in Love), che sembra piuttosto impacciato a trattare personaggi e trama partoriti da uno dei romanzi dello scrittore specializzato in crime Elmore leonard, tra i suoi titoli più famosi Jackie Brown e Out of sight.

Il film mette in campo un perterre di attori di calibro capeggiati da Mickey Rourke che ormai tra chirurgia plastica e make-up purtroppo latita in espressività, ma senza dubbio non in carisma, quel tipo di carisma che gli permette di ritrarre villain e ruoli di supporto molto ricercari dal cinema di genere e non solo.

Killshot si lascia guardare, ma langue a più riprese, fruisce di qualche sussulto action, ma latita nel comparto dialoghi per i quali Leonard è famoso e giunge sino ai titoli di coda senza lasciare molto di sè, se non il totemico faccione di Rourke che nel bene e nel male rappresenta, in quel che rimane del racconto originale, un’ideale alter ego dei personaggi che popolano il rutilante microscosmo crime di Leonard.

Note di produzione: nel cast figura anche Rosario Dawson, il ruolo della Lane era stato pensato per Sandra Bullock, mentre per quello di Rourke si era inizialmente pensato a John Travolta. Segnaliamo inoltre che nel luglio del 2006 a seguito di una proiezione di prova, in cui il pubblico trovò la trama del film troppo confusa e il ritmo non abbastanza serrato, le scene che coinvolgevano la città di Cape Girardeau nel Missouri e una sottotrama che coinvolgeva Johnny Knoxville nel ruolo di un vice-sceriffo vennero rimaneggiate. (fonte Wikipedia)