I bruttissimi, Caccia mortale

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Oggi vi segnaliamo per la rubrica I bruttissimi, l’action del 1993 Caccia mortale con il roccioso Dolph Lundgren che dopo l’Ivan Drago di Rocky 4, tenta invano di intraprendere una carriera da eroe action, ma finisce solo nel limbo dei vorrei ma non posso, sfornando qualche simpatica pellicola come Resa dei conti a Little Tokio, mediocri trasposizioni come Il Vendicatore e I dominatori dell’universo, e tutta una serie di filmetti direct-to-video non proprio memorabili.

In questo caso parliamo di un action che è transitato nelle sale americane con scarso successo, Lundgren veste i panni di una abile e prezzolato ladro di vetture di lusso che imbrocca il lavoro sbagliato e finisce in carcere. Tutto qui? certo che no, Ludgren evade prende in ostaggio una bella poliziotta, la seduce e la trasforma in una preziosa alleata, il tutto tra inseguimenti nel deserto, sparatorie e scintillanti fuoriserie sportive.

Trame scialba, Lundgren se possibile è ancor meno espressivo del collega  Schwarzenegger con cui condivide volitivo mascellone e zero espressività, ma Schwarzy fa conto su un’imponenza scenica decisamente superiore al suo collega,, quindi Caccia mortale si rivela un action ben poco memorabile e con alcune ingenuità davvero imperdonabili.

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Parliamo delle automobili presenti nella pellicola, che teoricamente andavano distrutte in pericolosi inseguimenti mozzafiato, e che fa la produzione? non potendo devastare macchine per milioni di dollari, utilizza delle finte fuoriserie che visivamente sfiorano il ridicolo e che si frantumano davanti alla macchina da presa senza un minimo di realismo.

Caccia mortale pecca proprio nell’unica parte che poteva avere un po d’appeal, quindi meglio evitare, e ripescare magari un Lundgren d’annata con titoli decisamente più interessanti, come ad esempio l’action/sci-fi Arma non convenzionale e il direct-to-video Blackjack diretto dal grande John Woo.