Final Impact, recensione

Il colonnello Ryan Beckett (Mark Dacascos) riceve una convocazione nientemeno che dal Presidente degli Stati Uniti (Rutger Hauer) in persona che sta affrontando con tanto di task-force una crisi di quelle che potrebbero distruggere l’intero pianeta.

Un test nucleare del governo cinese ha creato un vero e proprio disastro dalle proporzioni bibilche, l’esplosione ha reso instabili le maggiori placche tettoniche nonchè il nucleo terrestre, due effetti collaterali catastrofici capaci in soli tre giorni di materializzare  l’inferno in  terra scatenando una devastante eruzione globale.

L’unico modo per riportare la situazione all’origine è un’altra esplosione nucleare, il sito prescelto sarà Los Angeles e toccherà proprio a Beckett e al suo team piazzare e far detonare in città due ordigni nucleari.

I problemi per Beckett non sono certo finiti, perchè oltre ad un rancoroso membro del suo team fermamente intenzionato a mettergli i bastoni tra le ruote, il militare se la dovrà vedere anche con un fanatico religioso che gli ha rapito la figlia adolescente, meno male che tra un disastro e l’altro per Beckett c’è anche il tempo per qualche incursione romantica con una bella scienziata del suo team.

Così mentre la città è nel panico più totale per l’evacuazione e Beckett riesce a strappare la figlia dalle grinfie del pazzoide millenarista di turno, la squadra dovrà trovare il modo di piazzare gli ordigni ad una profondità adeguata affinche l’onda d’urto faccia il suo dovere.

Final Impact aka Distruggete Los Angeles! diretto da James Seale (Asylum) è un ibrido che miscela la ripetitività della mole di action direct-to-video sfornati con lo stampino per il mercato home-video da iperdinamiche starlette al maschile e i classici disaster-movie low-budget concepiti per il piccolo schermo, di quelli che vengono riproposti nelle afose prime serate estive e che pescano a piene mani da produzioni tv statunitensi che raramente riservano qualcosa che vada oltre il guardabile.

Unico elemento degno di nota tra un’overdose di déjà vu formato celluloide è il cast della pellicola che comunque schiera un paio di veterani d’alto profilo come Rutger Hauer che presto rivedremo in azione nel truce action del progetto Grindhouse Hobo with a shotgun e John Rhys-Davies memorabile Gimli nella trilogia de Il signore degli anelli, oltre naturalmente al protagonista Mark Dacascos, forse il meno inflazionato e più credibile tra i divi da videoteca alla Lorenzo Lamas e che vanta un paio di incursioni sul grande schermo di pregevole fattura come il cinemanga Crying Freeman e Il fantastico d’oltralpe Il patto dei lupi.

Note di produzione: nel cast figura anche il veterano Mark Rolston già visto a capo dei marines coloniali in Aliens-scontro finale oltre che nei panni dell’agente FBI Dan Erickson nei capitoli cinque e sei della saga thriller-horror Saw.