Asterix alle Olimpiadi, recensione

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Alafolix (Stephane Rousseau)  giovane gallo, innamorato della principessa greca  Irinna (Vanessa Hassler), la corteggia a suon di appassionate lettere d’amore suggeritegli per l’occasione dal buon Obelix (Gerard Depardieu) che sfodera un talento da far invidia al Cyrano de Bergerac, ma l’amore tra Alafolix e Irinna non può avere un futuro perchè tra di loro c’è un ostacolo insormontabile, un matrimonio combinato che unirà imperi ed eserciti.

Infatti la bella Irinna pur contraccambiando l’ardito e romantico Alafolix sa in cuor suo che il suo sposo sarà il truce Bruto (Benoit Poelevoorde), irritante figlio del sempre più vanesio Giulio Cesare (Alain Delon) che ormai ha fatto di vezzi e lazzi virtù, ma come si sa al cuor non si comanda, e la bella Irinna riuscirà comunque a dare una chance al suo spasimante segreto.

La principessa comunicherà a Cesare e figlio che è disposta a sposarsi, ma solo con chi dimostrerà le sue doti atletiche nelle imminenti Olimpiadi, naturalmente Alafolix scortato dal dinamico duo Asterix (Clovis Coirnillac) e Obelix e dal loro preparatore atletico di fiducia Panoramix (Jean-Pierre Cassel), si lancerà  nell’impresa di salire sul podio e conquistare la mano della bella principessa.

Bruto dal canto suo non lesinerà scorrettezze e colpi bassi, ingurgitando misture per prestazioni straordinarie, corrompendo giudici, e tra una gara e l’altra cercherà anche di eliminare lo scomodo e troppo lengevo padre. Naturalmente non mancherà il gran finale con tanto di gara di bighe modificate alla Ben Hur che Bruto riuscirà a vincere, ma non senza conseguenze.

Terzo film live-action dedicato al forzuto duo di galli creato nel 1959 dalla coppia René Goscinny/Albert Uderzo, oltre ai fumetti da segnalare anche la memorabile serie di lungometraggi d’animazione tra cui spicca l’imperdibile Le dodici fatiche di Asterix.

In origine la scelta di trasporre questi personaggi su grande schermo si presentava ad alto rischio, e naturalmente come spesso accade ci siamo ritrovati di fronte ad un’operazione riuscita a metà, i film presentano una coloratissima messinscena al limite del kitsch e volutamente irrealistica e fumettosa, che punta a conquistare più che altro un pubblico di bambini, anche se la trilogia ha comunque riscosso un successo trasversale, grazie al suo formato a metà strada tra blockbuster e family-movie.

La trilogia è andata fisiologicamente in scemando, infatti questo terzo capitolo ci mette una pezza eccedendo in furbizia, sfoggiando un corposo cast e ammiccando alla parodia di ultima generazione, infatti in questo episodio c’è un fastidioso e ridondante riferimento al presente che stona con il fumetto originale,  trasformando il film in una sorta di spoof-movie d’alto bordo, che vede sfilare su schermo in siparietti formato sketch televisivo, Schumacher e il fido Jean Todt, Zinédine Zidane, il cestista Tony Parker e l’ex-tennista francese Amélie Mauresmo.

Asterix alle Olimpiadi è un fumettone con una sin troppo vistosa messinscena e a parte un sempre apprezzabile Gerard Depardieu, un attore dal carisma e dal coraggio davvero invidiabili e un Alain Delon divertente e divertito, il resto è un family-movie deluxe che lascia il tempo che trova, da visionare rigorosamente con prole al seguito.