Transformers-La vendetta del caduto: recensione in anteprima

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Dopo aver salvato la Terra dalle grinfie dei malvagi Decepticons con l’aiuto degli Autobots, per il giovane Sam Witwicky (Shia LaBeouf), pronto ad affrontare il college, la vita continua, mentre gli Autobot continuano in segreto a collaborare con gli umani per bloccare le incursioni dei Decepticons ancora sparsi per tutto il globo sottoforma di innocui autoveicoli.

La tranquilla vita di Sam al college ha vita breve, Optimus Prime, leader degli Autobots, chiederà nuovamente il suo aiuto, una minaccia proveniente dallo spazio e dal passato sta per piombare sulla Terra con la ferma intenzione di devastarla.

La minaccia in questione è il famigerato Caduto, uno dei grandi antichi, un Prime reietto e potentissimo che odia profondamente gli esseri umani e ha intenzione di distruggere la Terra togliendoli la sua forza vitale, il sole. Il risveglio di Megatron, un assalto in massa dei Decepticons, l’incrinarsi dell’alleanza tra governo e Autobots e una pericolosa arma segreta, costringeranno Sam a tornare in campo, stavolta per contrastare una minaccia tanto potente quanto antica e letale.

Dopo un buon primo capitolo, corposo e un pò legato dal canonico bisogno di istruire i non fan al mondo dei robottoni mutaforma, il regista Michael Bay si da alla pazza gioia in questo sontuoso sequel, i robot su schermo si moltiplicano a dismisura, dai quattordici robot del primo capitolo ai quarantasei di questo secondo, e sorprendentemente questa moltiplicazione non incrina minimamente la parte prettamente tecnologica della pellicola, curata dalla ILM di George Lucas, che anzi si rafforza.

Quasi tre ore di battaglie, inseguimenti e splendide location, Bay prende una storia esile esile, fatta di robot buoni e robot cattivi, un simpatico e talentuoso protagonista, una co-protagonista mozzafiato, un villain alieno che per l’occasione si duplica e tutto l’armamentario tecnologico/digitale del caso e scodella un ipertrofico e spettacolare divertissement.

Il regista si diverte un mondo a citare e ad autocitarsi, in questo sequel c’è tutta l’epica e la filosofia cinematografica di Bay, l’action adrenalinica, il montaggio frenetico, il patriottismo esasperato, l’epica tutta americana della battaglia e del sacrificio, l’eterna lotta tra bene e male, tutto in chiave ipercinetica e visivamente coinvolgente.

Incantano letteralmente alcune battaglie come quella nella foresta, in cui con l’aiuto dell’epico score del compositore Steve Jablonsky questi Transformers ex-giocattoli ed eroi della nostra infanzia, assumono tutto l’aspetto e il carisma di eleganti e al contempo devastanti gladiatori d’acciaio.

Che dire, nonostante la storia manchi di qualsiasi spessore e lasci perplessi, a fine visione si ha la netta sensazione di essersi veramente divertiti, un vero mago dell’entertainment  questo Bay, che sforna un popcorn-movie all’ennesima potenza, nato e concepito per il grande schermo e pronto ad essere fagocitato e goduto da spettatori di tutte le età, tutto all’insegna del blockbuster annunciato.